Il Mediterraneo è sempre stato uno spazio di mescolanza di popoli, lingue, religioni e culture che ne hanno fatto il cuore pulsante della civiltà occidentale. Questo ininterrotto flusso di capitale umano ha portato a un continuo apporto di sangue nuovo da cui è scaturita una rinnovata vitalità della storia mediterranea con guerre, saccheggi, crociate e scontri che hanno interessato tutte le regioni mediterranee (Aymard M., Conflitti, migrazioni e diritti dell’uomo…,2002). Ed in tal modo la storia del Mediterraneo l’hanno scritta gli uomini che lo hanno percorso; dall’omerico Ulisse al troiano eroe Enea; l’uno è l’uomo mediterraneo, e anche mediterraneo è il suo viaggio, alla ricerca del focolare domestico, certezza e sicurezza del vivere; l’altro è l’uomo fondatore di regni; storia scritta dai mercanti fenici, generali e condottieri, pirati e crociati che hanno reso il bacino mediterraneo il luogo della cultura, il giardino di Dio ove sono fiorite le religioni monoteiste dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islamismo; ma allo stesso tempo il Mediterraneo si presenta anche come il mare dove fioriscono le guerre con un destino drammaticamente sospeso ove nulla è in equilibrio, ma sempre in moto ondoso; il Mediterraneo viene così ad essere il luogo del movimento che produce una spinta in avanti, un cambiamento e una cultura continui come le onde del mare che si frantumano sulle rocciose coste di Capo Palinuro.
Il Mediterraneo, da qualunque angolatura lo si osservi, ci riconduce sempre alla storia; ogni luogo ha una densa stratificazione di significati, contenuti, sensi di una realtà di un mondo che continua a pulsare e pensare, ad amare e lottare, a vivere e convivere.
Su queste figurazioni culturali Francesco D’Episcopo, già professore di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, sviluppa in seno al progetto “La Mediterraneità della Magna Grecia” la sua narrazione sul Mezzogiorno e Mediterraneo: «la Magna Grecia non va ricercata nei libri di scuola ma in una quotidianità avida e ardente, nella sua civile selvatichezza, nella sua ostinata volontà di conservare e tramandare valori, che continuano a far sentire tutta la loro segreta bellezza ed energia».
L’autore consegna al Mediterraneo ‘ i suoi sogni e desideri rimpiangendo un mondo di verità ‘; desiderio che si trasfigura in utopia per una verità che non esiste, se non come sogno del Sapere. È la rivendicazione di una terra ed un mare con una sua identità culturale che è stata capace di esprimere un progetto ed una idea del mondo.
L’editoriale chiarisce l’immagine storico-culturale della Magna Grecia in seno al contesto di Agrigento Capitale 2025.
Italo Abate
https://www.ambienteculturamediterranea.it/magna-grecia-2425-relazioni
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