Uno degli indagati si è avvalso della facoltà di non rispondere, gli altri due hanno risposto alle domande del giudice, cercando di dare una giustificazione. Davanti al Gip del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, si sono svolti gli interrogatori dei tre indagati, accusati di aver massacrato di botte, e ridotto in fin di vita, un 29enne loro connazionale, per un debito, mai saldato di 20 euro.
In carcere sono finiti i fratelli Petru Ciprian Ursu, 40 anni, Mihaela Gabriela Buluc, 44 anni e Ioan Mindirigiu, 42 anni. Proprio quest’ultimo, difeso dall’avvocato Angela Porcello, ha preferito fare scena muta davanti al Gip, e al pubblico ministero Sara Varazi, titolare del fascicolo d’inchiesta. Gli altri due, assistiti dall’avvocato Stefano Argento, hanno parlato, e negato le accuse.
Il pestaggio, la notte fra il 15 e il 16 ottobre, in via Silvio Pellico, alla periferia di Ravanusa. Il 29enne si sarebbe permesso di chiedere, forse anche con insistenza, i soldi che aveva prestato ad uno dei tre fratelli. Per tutta risposta i tre, si sono scagliati contro il connazionale, e lo hanno pestato a sangue, colpendolo a calci, pugni e anche con un bastone.
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