I Comuni Siciliani hanno sottoscritto il manifesto per rappresentare la condizione di grave sofferenza economico-finanziaria in cui versano ed il rischio di fallimento di gran parte di essi, in aggiunta ai 35 enti che nel corso degli ultimi 6 anni hanno dichiarato lo stato di pre-dissesto, ed ai 29 enti che sono già in condizione di dissesto finanziario. Tra i sindaci ad aver firmato c’è il primo cittadino di Agrigento, Lillo Firetto.
“La condizione generalizzata dei Comuni– si legge nel manifesto- è ormai quella dell’applicazione di tasse elevate alla aliquote massime, servizi ridotti all’osso, ritardi nel pagamento degli stipendi del personale e centinaia di migliaia di euro di debiti nei confronti di altri enti ed imprese fornitrici di beni e servizi”.
Il fenomeno riguarda sia i grandi che i piccoli centri e coinvolge oltre 1.4 milioni di cittadini, tra i primi spiccano le città di Catania e Messina. I Comuni in pre-dissesto sono: Campobello di Licata nell’agrigentino; San Cataldo e Serradifalco nel nisseno; Adrano, Linguaglossa, Mazzarrone, Randazzo, Riposto, Tremestieri Etneo nel catanese; Centuripe e Leonforte nell’ennese; Barcellona Pozzo di Gotto, Ficarra, Galati Mamertino, Giardini Naxos, Itala, Messina, Motta Camastra, Santa Domenica Vittoria, Sant’Alessio Siculo, Taormina, Terme Vigliatore, Villafranca Tirrena nel messinese; Belmonete Mezzagno, Caccamo, Partinico, Piana degli Albanesi e Ustica nel palermitano; Modica, Monterosso Almo, Pozzallo e Scicli nel ragusano; Avola, Pachino, Rosolini nel siracusano.
I Comuni in dissesto sono: Aragona, Casteltermini, Favara e Porto Empedocle nell’agrigentino; Mussomeli, Sommatino nel nisseno , Catania, Giarre, Mirabella Imbaccari, Palagonia, Scordia e Vizzini nel catanese; Barrafranca nell’ennese; Brolo, Mazzarà Sant’Andrea, Milazzo, Scaletta Zanclea, Tortorici nel messinese; Bolognetta, Borgetto, Carini, Casteldaccia, Cefalù, Cerda, Monreale nel palermitano; Agate nel ragusano; Augusta, Cassaro e Lentini nel siracusano.
I sindaci che hanno sottoscritto il manifesto, presentato il 22 gennaio al direttivo regionale dell’Anci Sicilia, evidenziano la necessità di istituire una cabina di regia Stato-Regione per affrontare e risolvere le situazioni di crisi e per scongiurare l’attivazione delle procedure di fallimento, con conseguenze nefaste per il personale, i cittadini e i creditori.
“Esistono alcune condizioni di difficoltà valide per l’intero territorio nazionale quali il fatto che il comparto dei Comuni è quello che ha contribuito di più negli anni alle politiche di risanamento dei conti pubblici sia in termini assoluti che proporzionali, in rapporto agli altri livelli della PA”– si legge ancora nel documento che continua: “La spesa corrente dei Comuni si è ridotta sistematicamente dal 2010 (-7% senza considerare l’effetto dell’inflazione), lo stock di debito mostra un costante trend decrescente, il personale comunale si è contratto di circa il 15% in un contesto di nuove funzioni devolute, di riforme da attuare, di oneri burocratici a cui far fronte. Per gli enti locali della Regione Siciliana al decadimento finanziario ha contribuito anche la netta contrazione del Fondo regionale per le Autonomie locali che si è ridotto nel giro di pochi anni da 900 milioni di euro a 300 milioni di euro all’anno”.
Elencate inoltre le questioni significative come il fondo “IMU-Tasi”, che lo stesso Ministero dell’Economia ha a suo tempo certificato formalmente in almeno 485 milioni di euro è stato ridotto a 190 milioni e si è in attesa che venga ripristinato ad un importo pari ad almeno 300 milioni; l’anticipazione di tesoreria, che viene ridotta a 4/12 (dai 5/12 costantemente mantenuti negli ultimi anni); l’ulteriore intervento per sostenere il pagamento dei debiti pregressi con il contributo di Cassa Depositi e prestiti, prefigurato come una nuova anticipazione di liquidità, in concreto risulta poco efficace alla luce del rimborso entro l’anno e anzi aggiunge un pesantissimo ed inedito giro di vite sanzionatorio (dal 2020) ; bandi periferie e ripristino risorse ; limiti all’utilizzo del risultato di amministrazione per gli enti in disavanzo; Percentuale di accantonamento minimo al Fondo crediti dubbia esigibilità.
In conclusione, i Sindaci dei Comuni Siciliani chiedono al Governo Nazionale e Regionale provvedimenti urgenti finalizzati a evitare l’ulteriore degenerazione della crisi economico finanziaria delle comunità amministrate, che potrebbe comportare già a partire dalla prossima primavera un generalizzato ritardo nel pagamento degli stipendi al personale dipendente e delle forniture di beni e servizi con gravissime ripercussioni sulla funzionalità dei servizi, nonché sulle condizioni igienico-sanitarie delle città per le prevedibili ripercussioni sul regolare svolgimento del servizio rifiuti. Fanno appello affinchè si restituisca dignità agli enti locali della Regione Siciliana per assicurare servizi essenziali ai cittadini, “vessati da tributi locali tra più alti di Italia, come nel caso delle Tari e per salvaguardare decine di migliaia di lavoratori, buona parte precari in servizio, spesso, da decenni nei comuni della Sicilia e in attesa di una stabilizzazione, che rischiano il licenziamento a fine anno, se non si interviene immediatamente prevedendo risorse e interventi mirati a sostegno dei Comuni”. Previste anche forme di mobilitazione generale per dare forza alle istanze evidenziate a tutela delle collettività amministrate.
Il presidente del Consiglio nazionale Anci, Enzo Bianco, commenta il “Manifesto dei Comuni siciliani nei confronti del governo nazionale e regionale”, sottoscritto, tra gli altri, dal sindaco di Agrigento, Lillo Firetto
Il presidente del Consiglio nazionale Anci, Enzo Bianco, commenta così il “Manifesto dei Comuni siciliani nei confronti del governo nazionale e regionale”, sottoscritto, tra gli altri, dal sindaco di Agrigento, Lillo Firetto: “Condivido appieno quanto affermato dal sindaco di Agrigento Lillo Firetto e dai sindaci siciliani, considerata la situazione molto difficile di molti comuni italiani e di tantissimi comuni siciliani in particolare. I tagli nei trasferimenti nazionali e regionali, nuove normative penalizzanti, hanno colpito duramente negli anni i bilanci comunali e spesso conducono gli enti al predissesto e al dissesto. Nel prossimo Consiglio Nazionale dell’Anci, che si terrà a Roma il prossimo 31 gennaio, ho immediatamente disposto che sia discussa la proposta di Firetto e di Anci Sicilia in modo da portare la questione al confronto con il Governo nazionale”.
“È giunto il momento – aggiunge Bianco – di riprendere il dialogo con il Governo, già iniziato con il governo precedente, in maniera che si possa elaborare una normativa non punitiva nei confronti del comuni italiani in difficoltà economica; abbiamo gia contatti positivi con il Governo. Mi auguro che lo stesso possa avvenire a livello regionale”.