Il cannabigerolo o CBG è una sostanza non psicoattiva presente nella canapa. Alcuni studi tesi a comprendere le proprietà e le caratteristiche intrinseche della cannabis hanno chiarito diverse cose relative al cannabigerolo, precursore dei più noti THC e CBD. Questo composto abbonda soprattutto nella cosiddetta Cannabis Sativa L, nome che indica una varietà di canapa scoperta e classificata nel 1745 da Carolus Linneaeus, scienziato svedese celebre per il prezioso contributo offerto al mondo della botanica. Ma cerchiamo di capire meglio a cosa serve e quali sono le caratteristiche del cannabigerolo.
Dove si trova il cannabigerolo?
Verso la fine degli anni ’80, una scoperta che si aggiunse a quelle già effettuate alcuni anni prima, aprì definitivamente gli occhi alla scienza circa l’esistenza del cannabigerolo. Si scoprì, infatti, che questo composto era la costituente predominante di una varietà di canapa in cui THC e CBD scarseggiavano. Le prime ricerche relative al cannabigerolo e ai suoi benefici appaiono piuttosto limitate. Inoltre, mancano gli studi clinici basati sulle evidenze mediche approvate dalla comunità scientifica, in quanto buona parte delle ricerche avviate non sono ancora state portate a compimento. Tuttavia, gli studi disponibili affermano che tale fitocannabinoide non ha capacità psicotrope ed è in grado di esercitare un’azione benefica e terapeutica, espletata mediante i recettori dei cannabinoidi presenti nel nostro cervello. Di conseguenza, le potenzialità di questo composto sono piuttosto promettenti e riferibili a diversi distretti dell’organismo umano.
Cosa fa il cannabigerolo?
Secondo le ricerche attualmente disponibili, questo fitocannabinoide sarebbe in grado di influenzare positivamente il decorso di numerose malattie infiammatorie intestinali, di alcune disfunzioni della vescica, delle infezioni batteriche, del glaucoma (è in grado di alleviare la pressione endo-oculare), di diverse tipologie di cancro. Inoltre, i medici hanno intravisto proprietà neuroprotettive, nonché una forte capacità di stimolare l’appetito. Nel frattempo, la certezza che questo elemento e tutti i prodotti che lo contengono siano privi di THC, sta spingendo un numero crescente di persone ad utilizzarlo. Del resto, gli studi sulla canapa e sulle proprietà (accertate) del CBD non fanno che evidenziare come questa pianta sia straordinariamente preziosa e ricca di benefici che soltanto pochi anni fa erano ancora sconosciuti.
Il cannabigerolo e la sua capacità di calmare il dolore
Sebbene le ricerche in merito siano ancora poche, la scienza offre indicazioni abbastanza chiare circa il legame esistente tra cannabigerolo e sollievo dal dolore. Due studi, datati al 2008 e al 2010, e condotti sulle membrane cerebrali dei topi hanno scoperto la capacità del cannabigerolo di agire come antagonista dei recettori α2-adrenergici. Tale attività di fatto lo colloca in una classe di farmaci già noti, largamente impiegati per gestire diverse forme di dolore. Entrambe le ricerche fanno riferimento ad uno studio precedente (risalente al 1991), durante il quale alcuni ricercatori scoprirono che il cannabigerolo è un analgesico ancora più potente del THC.
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