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Home » Cronaca » Mafia, si cerca Messina Denaro. Setacciate le storiche roccaforti del super latitante

Mafia, si cerca Messina Denaro. Setacciate le storiche roccaforti del super latitante

1 Ottobre 2021
in Cronaca, dalla provincia
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Sono continuate per tutta la mattinata le perquisizioni disposte dalla Dda di Palermo, ed eseguite dagli agenti delle squadre Mobili di Trapani, Palermo, Agrigento e dal Servizio centrale operativo nei confronti di persone ritenute vicine al boss latitante, Matteo Messina Denaro. Impegnati oltre 150 poliziotti, dotati anche di apparecchiature speciali. Un imponente spiegamento di forze nella roccaforte del super boss, che può contare su una fitta “rete” di connivenze, sulle quali gli inquirenti continuano da anni a indagare. L’operazione ha interessato Castelvetrano, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Mazara del Vallo, Santa Margherita Belice, e Roccamena. La Valle del Belice, come hanno dimostrato le operazioni di polizia condotte negli ultimi anni, è zona dei clan molto vicini al boss di Castelvetrano. Lì sono stati monitorati i passaggi di corrispondenza attribuita a Messina Denaro, e trasmessa da esponenti di spicco di Cosa nostra del trapanese, appartenenti agli storici mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo, e dalle famiglie agrigentine. In quest’area il capomafia avrebbe avuto ospitalità e avrebbe potuto contare su una “rete” di fedelissimi. Le persone perquisite sono “vecchie conoscenze” degli investigatori proprio per i loro rapporti con il latitante: tra i 20 destinatari dei decreti di perquisizione ci sono anche soggetti già condannati per associazione a delinquere di tipo mafioso.

Nel frattempo emergono altri particolari sul video diffuso dal Tg2 ieri sera. Era stata una fonte, nel lontano 2009, ad indicare agli investigatori della polizia di Stato, la possibilità che il numero uno di Cosa nostra avesse avuto un incontro con altri mafiosi nella zona del Belice. La segnalazione indusse gli inquirenti a visionare le immagini passate, di tutte le telecamere piazzate in zona per la ricerca del latitante. Tra i video analizzati c’era anche quello del fuoristrada con a bordo una persona che poteva sembrare somigliante al padrino di Castelvetrano, trasmesso dal Tg2. La pista è stata scandagliata approfonditamente, ma nessuna conferma venne trovata alla segnalazione. Inoltre sembrò assai improbabile dal principio, a chi indagava, che uno dei maggiori ricercati al mondo circolasse in auto in pieno giorno davanti alla masseria di Pietro Campo, boss di Santa Margherita Belice, strettamente controllato proprio per la sua vicinanza al boss di Cosa nostra.

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