La Questura di Agrigento ha eseguito un sequestro preventivo di beni a Francesco Tortorici, 41 anni, di Montallegro, al momento detenuto, già arrestato il 27 novembre del 2015, e sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere, in quanto accusato del reato di cui all’art. 416 bis, per aver svolto funzioni di raccordo e collegamento tra Pietro Campo, appartenente alla famiglia mafiosa di Santa Margherita Belice, ed altre famiglie mafiose del territorio agrigentino.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Palermo, sezione Misure di Prevenzione.
Il Tribunale di Agrigento, con la sentenza del 19 ottobre del 2018, ha riconosciuto l’uomo colpevole del reato contestatogli, e lo ha condannato a 16 anni di reclusione, per partecipazione all’associazione mafiosa Cosa nostra. Le indagini erano state sviluppate dalla polizia di Stato, ed in particolare dalle Squadre Mobili di Agrigento e di Palermo nell’ambito dell’operazione denominata “Icaro”.
Il sequestro è stato eseguito dal personale della Divisione Polizia Anticrimine e delle squadra Mobile di Agrigento, ed ha riguardato tre appezzamenti di terreno agricolo, per complessivi quattro ettari, coltivati a vigneto, oliveto e agrumeto, siti nel Comune di Siculiana, per un valore di mercato di oltre 60.000 euro.
La misura di prevenzione patrimoniale mira a contrastare i soggetti riconosciuti portatori di pericolosità sociale e colpisce le ricchezze accumulate illecitamente o acquistate in condizione di sperequazione finanziaria.