Il perito Giovanni Fontana ha fatto chiarezza su una intercettazione utilizzata dai giudici in primo grado. “La conversazione tra Rosario Meli e Calogero Piombo, non è stata oggetto di trascrizione”, ha detto. I giudici della Corte di Appello di Palermo, ne hanno preso atto, ed hanno dato incarico di trascriverla. Il processo è stato rinviato al 16 giugno. In quella telefonata il capomafia di Camastra Rosario Meli, e il presunto cassiere, e tabaccaio del paese, Piombo si parlerebbe proprio di spartizione di soldi.
Il procedimento è quello scaturito dall’inchiesta antimafia “Vultur” che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra, e su un giro di racket estorsivo, che sarebbe stato imposto ad una ditta di onoranze funebri del piccolo paese dell’Agrigentino. Il collegio dei difensori è composto dagli avvocati Angela Porcello, Santo Lucia, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Barba, Antonino Reina, Vincenzo Domenico D’Ascola e Lillo Fiorello. Si allungano i tempi della requisitoria.
In primo grado inflitta la condanna a 17 anni e 6 mesi di reclusione a Rosario Meli, “U puparu”; 14 anni e 6 mesi per il figlio Vincenzo Meli; 13 anni e 6 mesi al tabaccaio Calogero Piombo; 22 anni in continuazione con altre sentenze a Calogero Lillo Di Caro, esponente di rilievo della mafia di Canicattì.
L’inchiesta antimafia “Vultur”, ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra, e su un giro di richieste di “pizzo”, condotta dalla squadra Mobile di Agrigento, e dalla Dda di Palermo,