Sulla mia recente esperienza a Lourdes, dove la ragione non riesce a spiegare quello che è successo e succede.
Mi è capitato varie volte nei miei tanti anni di ministero presbiterale, ascoltare persone che di ritorno da qualche pellegrinaggio, per esempio, da S. Giovanni Rotondo o Lourdes, ma non solo, sentivano il bisogno di raccontarmi l’esperienza di fede personalmente vissuta. E talvolta, su mia esplicita richiesta, o più comunemente di loro spontanea volontà, sentivano quasi il bisogno di incontrarmi per raccontare. Così almeno mi sembrava di cogliere quasi sensibilmente …cioè, un volere quasi rivivere tramite il racconto l’esperienza personale vissuta. Adesso la stessa cosa succede quasi a me, che, in genere sono sempre alquanto duro nell’indulgere ad assecondare simili stati d’animo, invitando quasi sempre, subito, alla concretezza. Cioè, a passare, dopo l’esperienza vissuta, soprattutto ad un nuovo spirito di impegno di vita cristiana nel vivere la propria vocazione, sfruttando con impegno i propri particolari doni, nell’ ambiente familiare, ecclesiale e lavorativo. Ricordando, prima che agli altri, soprattutto a me stesso, tutto questo … che ritengo di fondamentale e preliminare importanza…senza volere indulgere a forma alcuna di quel vacuo ed estraniante falso spiritualismo che ti porta lontano dalla realtà di una fede che invece deve sempre misurarsi con la concretezza … avverto adesso il dovere di riferire, seppur in estrema sintesi, quanto osservato e personalmente vissuto a Lourdes. Preliminarmente ho il dovere di dire che – a mia conoscenza – non si è verificato nessun fenomeno miracolistico straordinario o inspiegabile, nessuna suggestione particolare. Ma sicuramente in tutti un lento, quasi tangibile nuovo sentimento nei cuori anche al solo vedere tantissimi ammalati, con altrettante persone totalmente dedite, generosamente e volontariamente, nella forma più pura di volontariato, al loro servizio. Come non sentirsi contagiati da tanto spirito di servizio, un servizio manifestato davanti a quella disadorna e povera grotta…che invitava ed invita sempre a valorizzare anche i nostri limiti, affidandoci con fiducia alla grande misericordia di Dio tramite Maria Ss, che in quel posto apparendo ad un’umilissima fanciulla ha chiamato e chiama a Sé ogni giorno migliaia e migliaia di persone provenienti da ogni parte il mondo. Un fenomeno razionalmente ed umanamente inspiegabile. Un realtà che a Lourdes si tocca con mano, per esempio, ogni pomeriggio, quando si svolge la processione cosiddetta “Aux flanbeaux”, con torce, lumini e candele accese. Cioè la suggestiva tradizionale, processione che ogni giorno rende omaggio a Gesù Sacramentato, presente nell’Ostia consacrata. Una lunga fila formata da tantissime carrozzine di ammalati sfila in processione, seguita da un grande, proprio grande la folla di fedeli in preghiera in tutte le lingue del globo. Davvero migliaia di persone che anziché darsi all’angoscia, ma seguendo le carrozzine degli ammalati e le centinaia e centinaia di persone volontarie che li accudiscono, camminano pregando e cantando, ognuno nella propria lingua…. in un miscuglio di francese ed inglese, russo, italiano e giapponese, croato, spagnolo, cinese, portoghese o tedesco…ecc. ecc… Insomma una Babele proprio al contrario,….senza confusione, perché davvero come dice il salmista “ogni lingua loda il Signore”. Una suggestiva, imponente processione a lume di candela che ogni sera, sotto le stelle o sotto la pioggia, che a Lourdes non è infrequente, preceduta dalle carrozzine degli ammalati spinte a braccia dai tantissimi volontari, si snoda imponente, lungo i lunghi e larghi viali vicini alla Grotta, al canto dell’Ave Maria e non solo, per concludersi, con la benedizione degli ammalati e dei pellegrini tutti, davanti al sagrato della monumentale Chiesa principale, dedicata alla Madonna; Chiesa addossata alla roccia dove c’è la Grotta scelta dalla Madonna per apparire alla piccola Bernadette Soubirous l’11 febbraio 1858. Che emozione per me recitare pubblicamente qualche posta di rosario il 29 giugno, proprio nel giorno del mio sessantesimo di presbiterato, a pochi metri di distanza da dove si trovava allora Bernadette….in preghiera e dialogo con la Madonna. Ma, a parte questo…..per me un notevole impatto per me lo ha avuto il contatto con tanti ammalati e segnatamente con uno del nostro piccolo Gruppo, a cui per motivi di parentela, proveniente da un altro paese lontano dall’ agrigentino, si è unito un certo Gaetano, gravemente disabile da 18 anni a causa di un terribile incidente automobilistico. Ed adesso all’ età di 36 anni, accompagnato ed accudito sempre con tanta premura ed attenzione dai suoi genitori, è pellegrino a Lourdes per ringraziare, tutti assieme, la Madonna del dono della vita comunque recuperata, a prezzo di tante cure e sacrifici suoi e dei suoi esemplari genitori.
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