Non c’è pace per il logo di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. Il primo è stato fatto fuori all’inizio dell’anno, il secondo adesso crea imbarazzo, per una polemica che riguarda una presunta somiglianza con il logo degli Stati Generali della Protezione Civile. Una confusione comunicativa che getta altra benzina sul fuoco delle controverse decisioni sinora adottate per promuovere gli eventi di Agrigento 2025.
Ricostruiamo la storia dei due loghi agrigentini.
Il logo originale di Agrigento Capitale della Cultura, adottato ufficialmente nel 2023, raffigurava un Telamone stilizzato creato dall’architetto Barbara Spallitta. Questo simbolo rappresentava i quattro elementi fondamentali (Fuoco, Aria, Terra e Acqua), in omaggio al pensiero filosofico di Empedocle, illustre cittadino agrigentino. Il logo era stato regolarmente registrato presso la Camera di Commercio e aveva accompagnato tutte le iniziative di promozione dell’evento per oltre due anni.
Con la Determinazione Sindacale n. 129 del 19 dicembre 2024, l’amministrazione comunale ha improvvisamente deciso di sostituire questo simbolo ormai riconoscibile con un nuovo logo completamente diverso, realizzato dalla società Qubit Italy S.r.l. Il nuovo design presenta una “A” stilizzata scomposta in quattro sezioni, ciascuna decorata con pattern distintivi e caratterizzata da una palette di colori vivaci (verde acqua, blu intenso, giallo ocra e corallo).
La gestione della comunicazione relativa a questo cambio si è rivelata problematica sotto diversi aspetti. Nonostante l’adozione del nuovo logo, il vecchio simbolo del Telamone ha continuato ad apparire in comunicazioni ufficiali e materiali promozionali. Un esempio emblematico è la locandina dello Zampogna Fest, evento patrocinato dal Comune di Agrigento per il 4 gennaio 2025, in cui sorprendentemente compariva ancora il vecchio logo, creando confusione nell’immagine coordinata degli eventi.
Questa incoerenza comunicativa è stata amplificata dal fatto che il cambio è avvenuto a soli pochi giorni dall’inizio dell’anno in cui Agrigento ricopre ufficialmente il ruolo di Capitale della Cultura, dopo che per oltre un anno tutta la promozione era stata costruita attorno al simbolo del Telamone.
Ultimo capitolo di questa controversa vicenda riguarda la presunta somiglianza tra il nuovo logo di Agrigento 2025 e quello adottato per gli Stati Generali della Protezione Civile, evento svoltosi dal 4 al 6 aprile 2025 a Roma.
Sebbene i dettagli specifici del logo degli Stati Generali della Protezione Civile non siano completamente descritti nei materiali a disposizione, è possibile che vi siano elementi grafici o cromatici che richiamano quelli del nuovo logo di Agrigento. Questa somiglianza potrebbe effettivamente creare confusione e diminuire l’identità distintiva che un evento come la Capitale della Cultura dovrebbe avere.
La somiglianza tra i due loghi solleva questioni significative sul piano della comunicazione istituzionale. Anziché valorizzare l’unicità di Agrigento come centro culturale, il nuovo logo rischierebbe di diluirne l’identità confondendola con quella di un altro evento istituzionale.
La confusione nella gestione del logo è solo un aspetto di una situazione più ampia che include: un cartellone delle manifestazioni ancora assente; infrastrutture inadeguate, inclusi bagni pubblici essenziali per l’accoglienza turistica; la mancanza di un infopoint; una rete idrica inefficiente che continua a creare disagi, oltre che ai cittadini ai turisti che arrivano ad Agrigento.
Al momento non sappiamo se da parte della Fondazione di Agrigento Capitale si intende fare una ricerca dei responsabili di questo ennesimo imbarazzo, che rischia di compromettere non solo l’efficacia della promozione dell’evento, ma anche la sua identità distintiva e il suo valore culturale.
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