I carabinieri della Compagnia di Licata hanno rintracciato una seconda cittadina domenicana, di 58 anni, destinataria della medesima ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Agrigento, anch’essa ritenuta gravemente indiziata dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione ai danni di donne straniere. Alla donna è stato notificato il provvedimento che dispone nei suoi confronti il divieto di dimora nei territori dei Comuni di Licata, Palma di Montechiaro, Campobello di Licata, Ravanusa, Butera e Gela.
I cinque indagati avrebbero favorito e sfruttato la prostituzione di più donne extracomunitarie, ottenendo pagamenti in denaro e mettendo loro a disposizione tre appartamenti. L’indagine che ha portato a svelare il giro di prostituzione fra Licata e Catania è stata avviata, dai carabinieri, nell’ottobre 2024. Grazie alle intercettazioni telefoniche, videosorveglianza, servizi di osservazione e pedinamento, nonché consultazione di siti internet dedicati agli annunci di incontri, i militari dell’Arma hanno documentato un sistema organizzato.
Le donne sfruttate avrebbero versato agli indagati circa 50-60 euro al giorno per l’utilizzo degli immobili, oltre a ulteriori somme (tra 10 e 40 euro) per servizi accessori quali: trasferimenti dalla fermata dell’autobus, accompagnamenti per l’acquisto di generi alimentari e ricariche PostePay o Mooney Transfer necessarie alla pubblicazione degli annunci online.
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