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Home » Cronaca » L’incendio al deposito di stoccaggio rifiuti della ditta Omnia: 3 arresti e 14 indagati

L’incendio al deposito di stoccaggio rifiuti della ditta Omnia: 3 arresti e 14 indagati

16 Ottobre 2024
in Cronaca, dalla provincia, evidenza
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Operazione nella notte dei carabinieri del Reparto Operativo e del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Agrigento. Tre persone sono state tratte in arresto per numerosi gravi reati di estorsione, furto pluriaggravato, incendio doloso, inquinamento ambientale. Uno di essi è altresì indagato per tentato omicidio in danno di un cittadino extracomunitario senza fissa dimora. Tra essi i due presunti autori in concorso con altri dell’incendio doloso ai danni della ditta di rifiuti “Omnia Srl” in contrada Bugiade a Licata, verificatosi il 20 gennaio scorso, che ha causato, secondo le misurazioni effettuate nell’immediatezza dall’Arpa Sicilia, una grave compromissione dell’aria per la diffusione di sostanze altamente tossiche in percentuali di gran lunga superiore a quelle tollerate dalle norme e dalle linee guida internazionali in tema di inquinamento atmosferico.

L’incendio mise a dura prova, per diversi giorni, i vigili del fuoco che lavorarono instancabilmente nel deposito che, all’epoca, era sotto sequestro da quasi due anni (il provvedimento di sequestro risaliva a marzo del 2022). Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Carmelo D’Antona, 39 anni, di Ravanusa e Cristoforo Famà, 41 anni, di Licata. Ai domiciliari, con braccialetto elettronico, è stato invece posto Mario Antona, 24 anni, di Ravanusa. L’incendio alla ditta di rifiuti sembrerebbe essere stato appiccato per un corrispettivo irrisorio su mandato di persone allo stato ancora ignote.

Oltre ai tre arrestati sono indagate altre 11 persone, per le quali rendono indispensabile l’interrogatorio preventivo del Gip, prima di procedere alla valutazione della richiesta di misura cautelare. Le indagini avviate dai carabinieri e disposte dalla Procura di Agrigento, con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali protrattesi per circa 10 mesi, hanno consentito di disegnare uno spaccato di micro e macrocriminalità in un ambito sociale di emarginazione e degrado nel territorio di Licata ma soprattutto dei centri di Ravanusa e Campobello di Licata, con riflessi sui comuni vicini.

La estrema pericolosità manifestata dagli indagati tratti in arresto emerge con assoluta evidenza dal possesso di armi da fuoco, dalla violenza e dal clima di intimidazione nei confronti delle persone offese, dalla occasionalità di alcuni episodi di reato contro il patrimonio che denotano una preoccupante facilità nell’aggressione fisica e nella commissione di reati di rapina, e soprattutto nell’episodio di tentato omicidio con una spranga di ferro ai danni di un cittadino extracomunitario ascritto ad uno degli indagati, effettuato su mandato e senza un reale movente.

L’autore, già noto agli inquirenti nelle indagini effettuate, per essere anche uno degli autori dell’incendio doloso ai danni della ditta “Omnia”, si caratterizza per essere una persona di indole estremamente violenta, che agisce in proprio ed altresì su mandato di persone in parte non identificate, nella commissione di reati contro il patrimonio e la persona. Le indagini tecniche condotte hanno altresì consentito di attivare la collaborazione internazionale di polizia che ha consentito di arrestare in Germania due persone di Licata, condannate per gravi reati di estorsione con “cavallo di ritorno” a pene severe, uno dei quali già consegnato al nostro paese a seguito di Mandato d’arresto europeo emesso da questo Ufficio in fase di esecuzione.

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Tags: ARRESTIincendioindagatirifiuti
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