L’impegno missionario della Chiesa Agrigentina nel volume appena pubblicato “L’Africa nel Cuore – Ismani (storia di una missione Fedi donum)” di don Saverio CatanzaroLeggevo tempo fa che i Salmi sono che come tanti “atri”, tante camere, alcune modeste e quotidiane, altre invece simili a saloni affrescati e sontuosamente arredati, dove comunque in tutte è possibile un incontro; e magari vedere nella luce altra luce (Salmo 36,10). Non solo ! anche con la possibilità di costatare davvero che trascorrere “un giorno in questi atri, ne vale più di mille altrove” (Salmo 84,4.11).
Una reminiscenza questa, provocata dalla lettura della presentazione che sull’elegante volumetto, fresco di stampa, pubblicato da don Saverio Catanzaro, ne fa il vescovo emerito di Patti Mons. Ignazio Zambito (nella foto).
Il Quale – come tiene subito a precisare nelle prime battute, – avendolo “letto e riletto”, è rimasto “conquistato dallo stile immediato, essenziale e lodevolmente comunicativo”, sentendosi alla fine della lettura naturalmente portato a lodare “il Pastore Grande che, oggi come ieri e, di certo domani, fa fermentare in uomini generosi la sua Parola programmatica”. “Vario il tempo della fermentazione e diversi, per quantità e qualità i frutti…..come diversa è la quantità e la qualità dei frutti che il seme della Parola produce” ….come diverso è ancora il tracciato seguito dalla Parola dato che c’è un intreccio misterioso tra “la generosità divina e la libertà umana che si lascia raggiungere”.
Pennellate queste del Vescovo Zambito, in cui è praticamente delineata la personalità dell’autore don Saverio Catanzaro, da Lui come da chi scrive abbastanza conosciuto sin dagli anni del seminario, ed adesso presbitero abbondantemente ultraottantenne, molto conosciuto in diocesi e non solo, per la sua trasbordante umanità, la sua estrosa inventiva anche nella pastorale di cui si sono serviti i vescovi agrigentini in particolari difficili periodi; come, per esempio, a suo tempo Mons. Giuseppe Petralia negli anni del terremoto nel Belice o il Vescovo Ferraro per portare avanti il suo sogno di una Chiesa Agrigentina presente nei cinque continenti.
Ricco e molto vario il curriculum di vita presbiterale di don Saverio Catanzaro, che dopo l’ordinazione ricevuta nella nostra Cattedrale dall’arcivescovo-vescovo Peruzzo il 21 maggio 1961, ha svolto diverse mansioni come Parroco a Caltabellotta, a Santa Margherita Belice, a Ravanusa, a Menfi, come vicario foraneo e vicario episcopale; costruttore di Chiese dopo il terremoto del 1968 a S. Margherita Bèlice, e soprattutto poi a Menfi, dove oltre alla Chiesa Madre, bisogna aggiungere la Chiesa di S. Giuseppe e quella di S. Rocco.
Sacerdote volontario “fidei donum”, per un decennio a partire dal 1973 è in Tanzania, fondatore della Parrocchia di Ismani , dove nel 1979 – come scrive L’Amico del Popolo del tempo – “…inizia la grande impresa della costruzione di una grande Chiesa, “ con la sola esperienza di modestissime costruzioni alte non più di tre quattro metri, praticamente digiuno di ingegneria e architettura, di leggi statiche e dinamiche, di calcoli sulle spinte, sulle resistenze e sulle sollecitazioni….”. Una Chiesa che – sempre come scrive L’Amico del Popolo – sovrastata da “una grandiosa cupola…esagonale…che poggia su quattro arditissime colonne…..”…”gremitissima di fedeli viene inaugurata il 1° agosto 1982”.
Bastano queste pennellate per avere un’idea; il resto, tutto il resto di quanto realizzato da don Saverio bisognerà conoscerlo leggendo il libro. Ne vale davvero la pena !
E si capiranno meglio quelle pennellate argute, sagge e sapide del vescovo Zambito sempre nel suo stile, cosi come un titolo del settimanale L’Amico del Popolo, che sembra proprio fare sintesi di tutto, della personalità come dell’opera del Catanzaro, quando in un’occasione ha titolato “Saverio dei miracoli”. E ciò, a proposito della missione in Tanzania, ma non solo.
Diego Acquisto