Si avvia il progetto culturale “La mediterraneità della Magna Grecia”, promosso da Ambiente e Cultura Mediterranea, con la pubblicazione della ricerca storica di Elio Di Bella; l’insigne professore agrigentino ha anticipato il dibattito culturale che si svilupperà con Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 con una approfondita analisi su “Agrigento, il Mediterraneo e Luigi Pirandello”. La ricerca traccia un percorso con un punto di origine del 580 a.C. a seguito dei rapporti con le popolazioni mediterranee provenienti dall’oriente egeo fin dal VIII secolo a.C.; popoli che secondo l’autore hanno instaurato rapporti mercantili con la Sicilia sin dal XIII secolo a.C. – ma anche prima, come emerge sul piano archeologico dal vicino villaggio di Stentinello nei pressi di Siracusa – per la presenza di un emporion a Cannatello, un’area marina agrigentina. La Sicilia era un’isola con una grande varietà di risorse da cui furono attratti i primi coloni greci che portarono sulla stessa la loro cultura; erano i micenei che partendo dalla Grecia, attraversavano lo Ionio, costeggiavano la penisola italiana dell’attuale Puglia e Calabria ed approdavano in Sicilia. Di Bella con la sua indagine ci riporta nell’età del bronzo veleggiando nel Mediterraneo con le navi dei micenei e poi dei fenici, cui seguiranno cartaginesi, romani e arabi; tutto un mondo di popoli che nel Mediterraneo occidentale navigavano attorno alla Sicilia, isola strategica per il controllo dell’accesso all’occidente mediterraneo ed al basso Tirreno; gentes che hanno lasciato in Sicilia una cultura e memoria mediterranea in cui brillano Agrigento e Siracusa. Questa cultura conserva ancora oggi in maniera significativa l’immagine della mediterraneità della Sicilia con la narrativa di Luigi Pirandello che il mare ben lo conosceva in quanto appartenente ad una antica dinastia di gente di mare che «avevano traffico col mare dai tempi remoti che i bastimenti si chiamavano pinchi, bovi, feluche; poi furono golette, brigantini a palo e grandi velieri a tre e più alberi». Pirandello aveva insomma uno storico rapporto col Mediterraneo, l’“aspro mare, africano” che ammirava seduto all’ombra di un grande pino mediterraneo nei pressi della sua casa natia. Questo mare, infatti, con la sua civiltà, è quello che impregnerà di sicilianità la narrativa di Pirandello, come fa notare fondatamente Karl Chircop. Lo studio di Elio Di Bella riesce a documentarci ed a rappresentarci una triade culturale simboleggiata dalla città di Agrigento, da uno spazio di storia e cultura marittima figurata dal Mediterraneo e da un poeta, drammaturgo e scrittore nella persona di Luigi Pirandello che è Nobel della Letteratura; Agrigento si fonde con la storia del Mediterraneo mentre il poeta con la sua narrativa consegue la fusione della bellezza di Agrigento con il Mediterraneo.
Siamo, cioè, di fronte a tre figurazioni che simboleggiano un grandissimo senso di identità mediterranea che ben rappresenta Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.
https://www.ambienteculturamediterranea.it/magna-grecia-2425-relazioni
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