Lettera di addio di Giuseppe Deni all’Akragas: “Ho dato tutto, ma non ho ricevuto rispetto”
AGRIGENTO – Dopo tre anni alla guida dell’Akragas, Giuseppe Deni annuncia il suo addio alla società biancazzurra. Una scelta inevitabile dopo le ultime conferenze stampa che hanno incrinato definitivamente il rapporto con la tifoseria, che anche domenica ha contestato duramente la società chiedendone la cessione al sindaco. Una gestione che ha trascurato l’immagine del club e il legame con i tifosi, acuendo le fratture con dichiarazioni e interventi dello stesso Deni. Ma il vero problema resta l’assenza di risultati. Lo Stadio Esseneto è diventato terra di conquista per tutti, i rinforzi non sono arrivati e le scelte societarie si sono rivelate inefficaci. Una gestione confusa e fallimentare, dove le polemiche hanno prevalso sul calcio giocato.
“Ogni percorso ha una fine, e oggi è il giorno dei saluti“, scrive Deni. “Nel 2021 ho acquisito l’Akragas con entusiasmo e amore per la mia città. Abbiamo raggiunto la finale playoff con mister Terranova, perdendola contro il Martina Franca. L’anno successivo siamo stati promossi in Serie D, un traguardo importante per il club e la città“. Deni ripercorre la sua gestione, sottolineando gli sforzi per garantire stabilità: “Il primo anno in Serie D, con Marco Coppa, abbiamo ottenuto la salvezza in anticipo. Parallelamente, ho lottato per ottenere la concessione dello stadio, indispensabile per la sostenibilità del club. Purtroppo, le istituzioni sono rimaste sorde“.
Nel tentativo di rilanciare il progetto, Deni aveva investito ulteriormente, confidando che Agrigento Capitale della Cultura avrebbe garantito maggiore attenzione alla squadra: “Ho cercato di rafforzare la rosa e dare un valore sociale al club, specie per i giovani. Ma tra una serie di eventi sfortunati e una stagione deludente, il nostro percorso si è interrotto bruscamente“. Deni esprime il suo rammarico per la mancanza di sostegno: “Ho fatto sacrifici economici e personali per mantenere in piedi il progetto, chiedendo supporto a imprenditori, istituzioni e tifosi. In cambio ho ricevuto indifferenza e, da una piccola frangia della tifoseria, anche minacce morali e fisiche. Sono stato accusato ingiustamente di aver definito ‘ubriaconi‘ i tifosi, quando il termine era riferito a poche persone, non certo a chi sostiene la squadra con passione“.
La sconfitta contro l’Igea Virtus sancisce il fallimento tecnico e gestionale della stagione. Un progetto che doveva rappresentare un fiore all’occhiello nell’anno di Agrigento Capitale della Cultura si è trasformato in un’amara delusione, con una città sempre più distante e promesse non mantenute.
Concludendo, Deni afferma: “Lascio con il rammarico di aver dato tutto senza ricevere nemmeno il rispetto per il mio impegno. L’Akragas resterà nel mio cuore, ma la mia esperienza finisce qui. Ho dato mandato all’amministratore unico Graziano Strano di consegnare la squadra al sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè“. Interpellato sulla questione, il sindaco Miccichè ha dichiarato di non avere “nulla da dichiarare“. Un silenzio che pesa come un macigno.
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