I Colori del mercato (La Vucciria) è il titolo della mega opera di 30 metri quadrati, realizzata dal maestro Francesco Anastasi.
La tela presto verrà esposta ad Agrigento, città candidata a Capitale della Cultura per il 2025.
la tela di 30 metri quadrati
Francesco Nastasi è un artista palermitano poliedrico. Al suo attivo conta diverse mostre personali, nonché interventi culturali in Sicilia e in Italia. Oggi è considerato uno degli esponenti più significativi della scena artistica nazionale ed internazionale. É stato impegnato, tra le altre cose, nella produzione di opere per progetti a sfondo sociale e culturale con l’Università di Tunisi.
Negli ultimi vent’anni il maestro Anastasi è stato foriero di importanti messaggi sociali. Una sua opera “Passato, presente e futuro” è stata donata al reparto oncologico dell’ospedale Civico di Palermo. È direttore artistico del Trofeo Valle dei Templi – arte del Mediterraneo.
Maestro per la sua mega opera La Vucciria, si è ispirato a Renato Guttuso?
“Io ho la mia corrente, le mie ideologie e i miei profondi colori che ispirano la mia sicilianeità che è diversa da quella di Guttuso. Non amo fare paragoni tra artisti, ognuno ha la sua tematica e lancia un suo personale messaggio profondo”.
Perchè una tela ispirata alla Vucciria?
“Perchè sono rimasto amareggiato nel vedere i turisti allontanarsi delusi pensando di ritrovare le antiche atmosfere. Così è nato il quadro di 30 metri quadrati che rappresentano la storia del mercato di ieri e di oggi, attraverso personaggi che non esistono più ma che l’hanno caratterizzato per episodi che accadono nel quotidiano dove una volta le balate bagnate davano la vita e che oggi essiccate riflettono un passato lontano”.
Le sue tele hanno sempre un messaggio sociale, anche questa?
“Ne La Vucciria ho sottolineato anche alcuni temi come la violenza sulle donne, la droga e la prostituzione, ovvero tutte quelle povertà che oggi caratterizzano il mercato. Così ho creato una storia, la mia storia e sono orgoglioso di averla realizzata in 10 anni di lavoro. Purtroppo non è ancora considerata un’opera d’arte, perchè molti la paragonano all’opera del grande maestro Renato Guttuso. Ritengo, però, che non ci sono paragoni nell’arte dove non si copia, ma dove, allo stesso tempo, non si inventa nulla. Ideologicamente si trasmette una sensazione, un’emozione, un’immagine. E sono queste a dover colpire le persone”.
Quali progetti per il futuro?
“Sto preparando il 55esimo anniversario di attività e penso ad una grande mostra. Non so ancora dove realizzarla, ma sono orgoglioso di prepararla.
La mia città i propri artisti non li ama, ama gli artisti stranieri a cui da tutto, offrendo spazi anche a chi non li merita. L’artista palermitano deve andare fuori. Ho avuto al gioia di ricevere la telefonata del console tunisino che mi chiede di esporre la tela in Tunisia”.
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