La “storia” di Ignazio Cutrò, l’imprenditore edile di Bivona diventato collaboratore di giustizia dopo essere stato sottoposto assieme alla sua famiglia ad uno speciale programma di protezione per aver denunciato i suoi estortori, diventa un cartoon televisivo destinato ai più giovani. L’idea, nata anni fa dalla collaborazione della giovane regista cinematografica Victoria Musci, con “Libera”, l’Associazione antimafia di don Ciotti, si è concretizzata con una serie di accordi tra case di produzione italo-francesi, ed ora il cartone animato è quasi pronto per essere proiettato e distribuito nei vari Paesi. Il cartoon, dal titolo “Tufo”, uno speciale tv della durata di 26 minuti, racconta in migliaia di disegni, la storia vera di un testimone di giustizia siciliano che è riuscito a rimanere nella propria terra. Ignazio Cutrò, cresciuto sotto lo sguardo amorevole di un padre che gli ha insegnato il valore del coraggio
e della dignità, nel 1999, alla testa di un’impresa edile, diventa il bersaglio di un
clan mafioso locale. Ad ogni atto di sabotaggio, si reca dai carabinieri e non si arrende alle minacce dei suoi aguzzini. Tuttavia questa resistenza, alimentata da una straordinaria forza interiore, conduce la sua famiglia in un incubo lungo più di dieci anni: dopo gli arresti dei criminali, tutto il paese sembra voltargli le spalle, nessuno
vuole più lavorare con loro, non hanno amici e non hanno i mezzi per mandare i ragazzi a scuola. E si vedono costretti a chiedere aiuto. Grazie al supporto dello Stato, Ignazio e la sua famiglia diventano ‘testimoni di giustizia’. Due guardie del corpo li accompagnano ovunque e finalmente cominciano a sentirsi protetti. Ma Ignazio ha ancora bisogno di trovare lavoro. Insieme alle persone che, come lui, sono andate contro la mafia da semplici
cittadini, cerca sostegno in un disegno di legge che finalmente consentirà loro di lavorare nelle pubbliche amministrazioni. Questa legge è stata approvata dallo Stato Italiano ed è tutt’oggi in vigore su scala nazionale. Una “storia” ormai conosciuta, quella dei Cutrò, che è diventata un cartone animato per cercare di colpire l’attenzione dei più piccoli sui temi dell’antimafia.
“L’idea – racconta la regista Victoria, 31 anni, originaria di Torino specializzata in cinema d’animazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia – è quello di realizzare un prodotto che sia accessibile a tutti, dai 12 anni in su, per comprendere meglio il fenomeno mafioso e soprattutto viverne una vera e propria liberazione. Il messaggio fondamentale di questo mio film è che si può combattere la mafia e lo si può fare anche a livello quotidiano e personale, come è accaduto a questa famiglia agrigentina. Il target di questo film è in particolare l’adolescenza, nell’età delicata in cui i ragazzi cominciano ad
osservare il mondo politico e sociale in cui vivono e a formarsi un’opinione critica della realtà. Il mio “Tufo” – continua Victoria – è una co-produzione europea, destinata ad un pubblico internazionale e intende portare all’attenzione qualcosa di drammatico e reale attraverso il linguaggio poetico dell’animazione”.
Il cartoon, scritto dalla Musci in collaborazione con Catherine Maximoff con direttore dell’animazione Francesco Forti, è caratterizzato da una tecnica mista: le scenografie, gli oggetti e le luci sono riprese dal vero in Sicilia, mentre i personaggi sono disegnati in animazione 2D (come nel film ‘Chi ha incastrato Roger
Rabbit’). Questa tecnica consente di mostrare i luoghi in cui si sono veramente svolte le vicende, ma allo stesso tempo permette di rappresentare con un carico speciale di empatia e personalità, i protagonisti della storia. Attraverso l’animazione i personaggi possono tornare giovani, rivivere ciò che gli è accaduto, concedersi il pathos vivido che la loro vicenda merita ma che la realtà non consente. I ‘testimoni di giustizia’ sono spesso costretti a celare la loro identità e vivere nascosti, questa storia è la storia emblematica di un ‘testimone di giustizia’, che nel finale del film può mostrare agli spettatori il proprio volto nella propria terra.
“A livello artistico e drammaturgico – spiega la regista – questo momento deve essere la catarsi della storia: sarà rappresentato da una statua di tufo posta poco lontano dai protagonisti che, al solstizio d’estate di ogni anno emette un raggio di luce dalla bocca. È sarà questo raggio di sole a illuminare il volto reale della famiglia Cutrò”. Costo del film, 480 mila euro coperti in parte dal Ministero dei Beni Culturali. La pellicola sarà pronta nel giugno 2022.
LORENZO ROSSO
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