
AGRIGENTO. Paolo Collavini è tornato a Roma. Dopo la sconfitta ai playoff per l’accesso alla B1, il coach laziale ha concluso il contratto con la Seap Pallavolo Aragona. Con lui hanno concluso la stagione anche le ragazze ingaggiate dalla società del presidente Nino Di Giacomo con l’obiettivo di scalare la categoria e fare il salto in B1. Un sogno che si è infranto, davanti a mille persone al Palazzetto dello Sport “Pippo Nicosia” di Agrigento, con la sconfitta subita dal Castellana Grotte per tre set a uno. Archiviata la delusione e l’amarezza per la sconfitta ai playoff la società aragonese adesso pensa al futuro.
“Chiederemo il ripescaggio in B1 – ha detto Nino Di Giacomo. I nostri progetti vanno sempre avanti. Per il ripescaggio avremo notizie, spero, entro la fine del mese. Per poterci organizzare. Davanti a noi c’è solo la dodicesima della B1, che è retrocessa. E poi ci siamo noi, come primi a poter essere ripescati. Ci auguriamo che ci sia spazio. Altrimenti faremo una B2 con la speranza di tornare di nuovo protagonisti”.
Di Giacomo è sicuro del valore delle ragazze che hanno composto il sestetto e che sono risultate le migliori “seconde” di tutti i 9 gironi di B2.
“Questa società ha fatto sforzi immani – ha detto ancora Di Giacomo. Abbiamo messo sempre la squadra nelle migliori condizioni per potere affrontare al meglio le gare, gli allenamenti e tutto quello che ruota attorno ad un campionato professionistico. Siamo in regola con i pagamenti, abbiamo liquidato il mese di maggio e adesso attendiamo solo di regolare i conti dei playoff che ci hanno arrecato danni enormi, visto che non siamo riusciti nell’intento di arrivare in terza serie”.
La fotografia eloquente del rammarico per la mancata promozione sul campo è quella del capitano Francesca Cusumano, che con le lacrime agli occhi si è presentata in sala stampa per commentare la partita. “E’ andata così – ha detto il capitano – ma noi ci abbiamo creduto fino alla fine. Volevamo questa promozione ma non siamo entrati in campo con la giusta concentrazione e cattiveria, che sono tipici atteggiamenti di chi affronta una finale playoff”.