Un Capitolo Dimenticato della Resistenza Operaia Siciliana del 1954 in un libro di Giacomo la Russa
La rivolta della miniera di Ciavolòtta del luglio 1954 rappresenta uno degli episodi più significativi e drammatici della lotta operaia nella Sicilia del dopoguerra, emblema di una resistenza disperata contro la crisi irreversibile dell’industria zolfifera siciliana. Ventisette minatori, ribattezzati “sepolti vivi” dalla stampa dell’epoca, occuparono per cinque mesi i cunicoli della miniera di zolfo situata tra Favara e il Villaggio Mosè, in provincia di Agrigento, in segno di protesta contro i licenziamenti annunciati dall’amministrazione mineraria e i mancati pagamenti salariali. Questo evento è stato magistralmente ricostruito nel romanzo di Giacomo La Russa “I sepolti vivi – La rivolta della Ciavolòtta“. Il testo, edito da VGS libri, verrà presentato venerdì 13 giugno alle ore 18 presso Holiday Terra di Mare, in via Giovanni Gentile, 22, ad Agrigento. Graziella Pecoraro dialogherà con l’autore e con lo storico Elio Di Bella. Sono previsti gli interventi di Marilena Patti, giornalista di Agrigentooggi, Angelo Pusante, della cartolibreria Milleidee. Letture di Sara Chianetta, presidente del centro studi Antonio Russello di Favara e interventi musicali di Peppe Calabrese. L’iniziativa è curata da Domenico Vecchio, direttore responsabile di Agrigentooggi.

Nel luglio del 1954, la crisi dell’industria zolfifera siciliana raggiunse il suo culmine presso la miniera della Ciavolòtta con un evento che avrebbe segnato profondamente la storia delle lotte operaie in Sicilia. L’amministrazione mineraria, dopo aver sospeso il pagamento degli stipendi dei mesi di aprile, maggio e giugno e non aver versato gli assegni familiari di maggio e giugno, annunciò il licenziamento di ben sessantotto minatori. Di fronte a questa decisione, ventisette minatori decisero di occupare ad oltranza la miniera, barricandosi nei cunicoli sotterranei in segno di protesta.La protesta della Ciavolòtta si concluse con un epilogo amaro per i minatori coinvolti. Nel dicembre 1956, il tribunale di Agrigento emise una sentenza di condanna contro i ventisette minatori accusati di aver occupato illegalmente la miniera.La storia della Ciavolòtta ha trovato una seconda vita attraverso la penna di Giacomo La Russa, avvocato agrigentino nato a Palermo nel 1969, che ha trasformato questa vicenda storica nel romanzo “I sepolti vivi – La rivolta della Ciavolòtta”. Pubblicato dalla casa editrice agrigentina VGS Libri nel 2022, il romanzo è stato finalista alla IX edizione del “Premio internazionale di letteratura città di Como 2022” e vincitore della XXIV edizione del “Premio di Arte e Cultura Siciliana Ignazio Buttitta“. L’opera ha ricevuto numerosi riconoscimenti e continua a essere presentata in tutta la Sicilia, testimoniando l’interesse persistente per questa pagina di storia locale.La Russa ha scelto di narrare la vicenda attraverso la voce di Michelangelo Fanello, detto Michilà, un surfaràro che racconta in prima persona i cinque mesi di occupazione.Questa scelta narrativa permette all’autore di restituire la dimensione umana e emotiva della protesta, andando oltre la semplice cronaca storica per esplorare i patimenti fisici e psicologici, le tensioni interne e le pressioni esterne che caratterizzarono l’esperienza dei “sepolti vivi”. Il romanzo intreccia la vicenda principale con gli interessi del proprietario della miniera, che mostra scarsa considerazione per il futuro dei suoi operai, e con quelli di una classe politica disposta a ricorrere a inganni e false promesse pur di risolvere la situazione.L’opera di La Russa si inserisce nel filone della narrativa di ambientazione storica, contribuendo a preservare la memoria di eventi che rischiano di essere dimenticati. Il romanzo, di 126 pagine, non si limita a una ricostruzione cronachistica ma offre un’analisi delle dinamiche sociali, politiche ed economiche che determinarono la crisi dell’industria zolfifera. L’autore sottolinea come questa realtà, “sia pure in forme differenti, è ancora oggi attuale e merita di essere conosciuta perché il ‘passato non è mai passato'”, evidenziando la persistente attualità delle problematiche legate ai diritti dei lavoratori e alle trasformazioni economiche. https://www.holidayhometerradimare.it


Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp