L’ex senatore Marcello Dell’Utri donerà una biblioteca tematica sulla Sicilia alla Valle dei templi di Agrigento, diventando la più grande al mondo.
Le critiche:
Se ad ogni cane che abbaia tiriamo una pietra, finisce che non viviamo più…
“Diventerà la più grande e completa biblioteca tematica sulla Sicilia esistente al mondo”. Non ha alcun dubbio l’ex senatore Marcello Dell’Utri, circa l’importanza che rivestirà quel suo dono particolare, un Fondo librario di circa 10 mila volumi antichi e moderni sulla storia della Sicilia, che arriverà prossimamente nella Valle dei templi di Agrigento entro il 2025, anno in cui la città rivestirà il ruolo di “Capitale Italiana della Cultura”.
Una scelta, quella di Agrigento, voluta direttamente dall’ex senatore siciliano, fine bibliofilo, in quanto, dichiara: “Agrigento è la città che per prima al mondo ha sviluppato la Cultura, basti pensare che nel 500 Avanti Cristo, Akragas con la sua magnificenza, possedeva più templi della stessa Atene”.
Dunque Marcello Dell’Utri ha pensato ad Agrigento per la sua donazione ed è stato più volte nella città dei templi per effettuare sopralluoghi all’interno del perimetro della Valle, per individuare l’area in cui dove dovrebbe sorgere la sua biblioteca con annesso centro per la ricerca e il restauro del libro.
“So che è stato destinato un fabbricato che dovrebbe ospitare la biblioteca- continua – e che si sta lavorando per predisporre ogni cosa. La casa rurale che ospiterà la biblioteca è in fase di restauro ma tornerò presto in città per un breve soggiorno, probabilmente in agosto, per seguire l’andamento dei lavori e per meglio rendermi conto della situazione. Vengo sempre molto volentieri ad Agrigento. Ammetto che da sempre, sono affascinato dalle bellezze di questa Valle millenaria che richiama appassionati, studiosi e amanti del bello da ogni parte del mondo”.
-Questo suo prezioso Fondo librario in che cosa consiste esattamente?
“Si tratta di circa diecimila volumi pubblicati in Sicilia o di autori siciliani che attualmente sono allocati a Milano presso la biblioteca della “Fondazione di via del senato”, istituzione culturale nata nel 1997 di cui io sono presidente – risponde l’ex senatore, – ma intendo trasferire in Sicilia quel fondo, che appartiene al mio patrimonio personale, per creare questo grande centro di cultura del libro. Una biblioteca che tratterà libri antichi ma anche moderni esclusivamente della Sicilia. Appartengono a questo fondo siciliano anche numerosi preziosi documenti originali e manoscritti come ad esempio duemila in gran parte datate 1800, indirizzate al barone Vincenzo Mortillaro, l’autore del dizionario siciliano-italiano, da intellettuali di tutta Europa, fra cui Leopardi, Gregorovius, il cardinale Angelo Mai, il Monsen. E poi ci sono documenti originali tra cui quello di Giovanni Verga, la copia manoscritta di “Mastro don Gesualdo” oltre a scritti originali di Pirandello, Sciascia, Bufalino, Capuana, De Roberto e di molti altri ancora”.
Com’è noto tra le intenzioni di Dell’Utri vi è anche quella di promuovere, sempre ad Agrigento, corsi universitari in biblioteconomia, (disciplina che studia i sistemi di classificazione, catalogazione, collocazione e conservazione), e master in editoria per formare coloro che andranno poi ad operare presso il centro internazionale del libro siciliano.
“Sarà però una “donazione modale”. – continua l’ex senatore. – Significa che io do una cosa a te, a condizione che tu faccia ciò che ti chiedo. E io chiedo l’attivazione di un laboratorio di restauro del libro e della carta, oltre a un master in biblioteca e un master in economia legato a editoria e libri. Visto che il Polo universitario di Agrigento ha i docenti dei Beni culturali dell’ateneo di Palermo, tutti insieme si lavori a un’officina del sapere per studenti e ricercatori”.
-La decisione di donare il fondo librario ad Agrigento e di utilizzare anche parte del lascito di 30 milioni di euro di Silvio Berlusconi per questa sua iniziativa ha creato anche polemiche e malumori da parte di alcuni.
“Guardi – conclude Marcello Dell’Utri – se ad ogni cane che abbaia dobbiamo tirargli una pietra, finisce che non viviamo più… ”.
LORENZO ROSSO
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