La movida dei ragazzi post lockdown è violenta.
Un’escalation di violenza che da San Leone al centro di Agrigento, ma anche nei comuni della provincia, trasforma le piazze in un ring dove si affrontano i ragazzi tra risse e alcol. Ma quanto c’entra il coronvairus? Il parere della sociologa Antonella Gallo Carrabba.
Le azioni devianti degli adolescenti sono spesso determinate dal mancato equilibrio che essi hanno con la realtà, ritengono se stessi “superiori” e la loro vita “priva di limiti”… devo provare tutto e… subito. Ad affermarlo è Antonella Gallo Carrabba (FOTO), responsabile del centro antiviolenza, che ai microfoni di AgrigentoOggi analizza il dilagare di episodi di violenza tra i ragazzi.
“Ci sono volte che poi si sentono impotenti di fronte alla realtà e perciò si lasciano trascinare dalle situazioni e non attribuiscono alle azioni che compiono la giusta rilevanza.
Ma di chi è la colpa? Della società?… troppo facile!
Il sociologo polacco Bauman ha definito la famiglia come “famiglia liquida” perchè i contorni dei ruoli e i confini delle relazioni interne sono diventati labili, sfumati e difficili da definire.
I genitori sempre – continua Gallo Carrabba – più spesso esprimono comportamenti polarizzati di accudimento e affetto, ma anche di distrazione e distanza, e così facendo costruiscono con i loro i figli una comunicazione povera, fatta di tanti like che non lasciano però tracce dentro, troppo spesso dentro quelle relazioni c’è solo un silenzio assordante.
Un rimedio è sicuramente l’ascolto, non bisogna solo controllare i propri figli ma è necessario ascoltarli, creare delle occasioni di dialogo all’interno del contesto della famiglia, ma soprattutto avere il polso di quello che è il loro stato emotivo.
Non minimizzare l’atto violento e non delegare alla società quello che è invece il ruolo che la genitorialità dovrebbe avere.
La società è solo lo specchio dei nostri comportamenti individuali.
I ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento e di adulti che li contengano emotivamente, invece si ritrovano oggi a vivere in un contesto povero di valori spesso senza punti di riferimento. Conclude Antonella Gallo Carrabba.