Recentemente, la presenza della nave Saipem 10000 davanti al Porto di Porto Empedocle ha generato preoccupazione e allarme, soprattutto tra coloro che si oppongono a qualsiasi tipo di intervento. Questi timori sono stati alimentati dai social media, che hanno lanciato l’allarme riguardo a presunte trivellazioni nelle vicinanze della Scala dei Turchi, minacciando il nostro mare e il turismo locale. Tuttavia, ciò non corrisponde alla realtà.
La nave trivella è stata affittata dall’Eni insieme a due unità dedicate alla posa di gasdotti e umbilicali, necessarie per il progetto “Argo Cassiopea”. Tale progetto, come riferiscono dalla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, indicato come uno dei più importanti del Protocollo d’Intesa per l’area di Gela del 2014, prevede un investimento significativo di 700 milioni di euro. Si concentra sull’estrazione di gas dagli offshore al largo delle coste siciliane, adottando un approccio interamente sottomarino che promette di essere privo di impatto visivo e di emissioni dirette nel mare.
Il gas estratto sarà condotto tramite una linea sottomarina lunga 60 km fino a un impianto di trattamento posizionato nell’area della raffineria di Gela. La presenza della Saipem 10000 davanti al porto di Porto Empedocle è legata ai lavori in corso, come il trasbordo di materiali di perforazione che non possono essere effettuati direttamente. Questi materiali saranno scaricati con l’assistenza di un’imbarcazione più piccola, inseriti in contenitori appositi e stoccati temporaneamente in un’area prossima al porto prima di essere trasportati alle destinazioni finali. Una volta completate tali operazioni, la nave farà ritorno al campo denominato “Argo Cassiopea”, posizionato a circa 25 miglia nautiche sulla direttrice tra Licata e Gela.