Parla con una certa ironia della sua città d’origine, Gianfranco Jannuzzo, agrigentino doc, da sempre impegnato a portare in giro per l’Italia uno spettacolo dedicato alla sua città: “Girgenti amore mio”. Due ore di recitazione in cui l’attore affronta il pubblico di casa con una serie di gag divertenti per ricordare un po’ tutte le esperienze e gli episodi di vita vissuta che l’attore ha condiviso e condivide tuttora con molti suoi concittadini. “Ma c’è un’altra cosa che condivido ancor più orgogliosamente con tutti gli agrigentini – spiega Jannuzzo. – E cioè l’essere nato e cresciuto nella meno provinciale delle città siciliane, che ha generato in tutti noi, ne sono sicuro, la capacità di vedere il mondo che ci circonda attraverso una lente del tutto particolare: quella dell’umorismo. Umorismo feroce, quello degli agrigentini – continua l’attore – che poco si concilia, apparentemente, con la nostra indole, più propensa alla mitezza, alla bontà d’animo, alla generosità e che è intrisa più di intelligente ironia che di comicità fine a se stessa”.
Primo di cinque figli, Gianfranco Jannuzzo all’età di 13 anni è stato “strappato” alla città dove aveva vissuto fino ad allora per trasferirsi con la famiglia a Roma, dovendo seguire il padre, insegnante di Lettere, che aveva ottenuto una Cattedra nella capitale.“All’epoca – ricorda Jannuzzo – fu proprio lui a dirci che avremmo dovuto andare a stare altrove, ma con noi fece un patto di ferro: ogni anno saremmo tornati ad Agrigento almeno per trascorrere il periodo delle ferie. Una promessa che finora è sempre stata mantenuta. Adesso con questo spettacolo “Girgenti amore mio”, provo a raccontare della mia città e più in generale della mia Sicilia. Una Sicilia allegra e amara, spensierata e triste, meravigliosa e spietata, solare e introversa, indolente e attiva. Provo a raccontare il carattere degli agrigentini, così come sono sempre stati visti: curiosi, indifferenti, generosi, leali, fatalisti, pigri, ospitali, rassegnati, intelligenti e vitali!”. Di Agrigento, Jannuzzo dice un gran bene (“la città l’ho vista crescere sotto i miei occhi!”) soffermandosi sul fatto che “qui la gente ha voglia di godersi la vita!”. “Quelli che ci vivono – continua l’attore – non fanno altro che ripetere di volersene andare. Fatto salvo che, appena sono lontani, cominciano subito a smaniare perché vorrebbero tornare al più presto!”. “Ho imparato ad amare Agrigento grazie all’amore che i miei genitori hanno per questa città – conclude Jannuzzo. – Quando loro sono nati la città si chiamava ancora Girgenti ed è forse per questo motivo che il mio spettacolo si ispira anche e soprattutto a quello straordinario periodo della vita che rimane vivo solo nei ricordi di pochi!”.
LORENZO ROSSO
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