La democrazia oggi, tra il fascino delle parole e la cruda realtà dei fatti

La democrazia oggi, tra il fascino delle parole e la cruda realtà dei fatti 

Di Diego Acquisto 

Una democrazia che oggi fa fatica a superare la sfida dei fatti ed indulge al fascino delle parole più che nel passato, adagiandosi alla cosiddetta “post verità”.

Una sfida da considerare oggi particolarmente insidiosa e grave, se è vero che l’Oxford Dictionary ha eletto parola dell’anno la “post truth”, per qualificare la nostra epoca come quella della “post verità”.

E ciò in considerazione di quanto sociologicamente risulta che la gente oggi si lascia più facilmente influenzare dalle emozioni anziché dalla realtà, dalle parole più che dai fatti.

In altre parole, nella nuova sensibilità popolare che si è gradualmente affermata negli ultimi anni, i fatti non contano più o contano assai meno di prima.

Una sensibilità distorta che sarebbe stata abilmente alimentata, sollecitata e solleticata con strategie mass-mediali sofisticate. Con la conseguenza che oggi gli appelli emotivi non solo fanno breccia, ma si rivelano determinanti per le scelte concrete, anche di carattere elettorale, quando nel segreto dell’urna bisogna necessariamente uscire dall’incertezza. 

Così non manca chi giudica che la recente battaglia tra Trump e Clinton sarebbe il frutto di questa “post truth”, cioè di questa era della post-verità. E Trump ha vinto – e largamente – perché abile e più astuto nel sapere cogliere gli umori della gente dei vari Stati.

Per guardare ai nostri fatti interni, in Italia, un’era questa della post-verità, che sarebbe stata ben capita fin dall’inizio della sua ascesa al potere dall’attuale premier italiano Matteo Renzi, del quale tanti commentatori politici, spesso hanno messo e mettono in risalto le sue abili battute, le trovate retoriche, le tante furbizie tattiche per alimentare speranza e futuro, mettendosi sempre avanti nei giochi della politica con i suoi proclami affascinanti e magari mosse a sorpresa.  

Come per esempio, oltre alla sua trovata iniziale degli 80 euro, ultimamente, durante il suo recentissimo viaggio in Sicilia in preparazione al referendum costituzionale del 4 dicembre p.v., quando ha annunciato che nel Sud, ci sarà la totale esenzione di tasse per le imprese che nel prossimo anno 2017 assumeranno giovani e disoccupati.

A Matteo Renzi viene riconosciuto da non pochi commentatori politici, un certo tipo di “trumpismo all’italiana”, quando parla della necessità di rottamare, della necessità di vigilare per non lasciarsi rubare il futuro dagli esperti politici del passato, e soprattutto quando sfugge, sempre abilmente, alla tensione bipolare che dovrebbe sempre essere tra idea e realtà….tra fatti e parole.

Così le parole, sempre suasive ed affascinanti, troppo spesso prescindono dai fatti ! con il risultato che la povertà in Italia è aumentata, la classe media è a rischio di totale scomparsa, il debito pubblico in cifre assolute in costante aumento. 

Ma, malgrado ciò, probabilmente, riuscirà ancora ad avere tanto consenso dalla sua parte, in una moderna qualità di democrazia della “post verità”, in cui la parole, purtroppo, forse potranno ancora continuare ad avere il sopravvento sui fatti.

Diego Acquisto