Il Gip del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, non ha convalidato il provvedimento di fermo a carico degli 11 indagati coinvolti negli scorsi giorni nell’operazione antidroga Zefiro. L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, ed eseguita dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, ha fatto luce su un vasto traffico di cocaina a Lampedusa. Le undici persone fermate dai militari sono state tutte scarcerate. Si tratta di Antonino Di Maggio, 59 anni di Lampedusa; Sana Sarr, 66 anni, Waly Sarr, 36 anni, Mhaye Ibrahima, 44 anni, Gningue Lo Doudou, 32 anni, tutti senegalesi residenti a Lampedusa; Vincenzo Alessio Lo Verde, 34 anni di Erice residente a Lampedusa; Vincenzo Barbera, 30 anni di Mazara del Vallo residente a Lampedusa; Tony Sparma, 20 anni di Lampedusa; Nicola Minio, 45 anni di Ancona residente a Rimini e dei lampedusani Giovanni Blandina, 90 anni e Jacopo Blandina, 32 anni, rispettivamente padre e figlio.
Il giudice ha applicato agli indagati le misure cautelari l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora. “Il rischio di recidiva nei confronti di tali soggetti può essere neutralizzato con una misura, decisamente meno afflittiva della custodia cautelare in carcere, ma comunque idonea a limitarne efficacemente la libertà di azione, relazione ed iniziativa”, scrive il Gip nel provvedimento. In particolare per Vincenzo Di Maggio, Sana Sarr, Waly Sarr, Mbaye Ibrahima e Gningue Doudon l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria tutti i giorni della settimana; per Vincenzo Lo Verde l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria due volte a settimana; l’obbligo di dimora nel comune di residenza per Vincenzo Barbera, Tony Sparma, Nicola Minio, Jacopo Blandina e Giovanni Blandina.
Sebbene la misura cautelare della custodia in carcere sia stata revocata nei confronti di tutti gli indagati, alla luce dell’esclusione di un pericolo di fuga e del tempo trascorso dai fatti contestati, l’impianto accusatorio regge interamente. Per il giudice, infatti, sussistono “gravi indizi di colpevolezza in relazione alla posizione di ciascuno degli indagati”. L’inchiesta Zefiro, coordinata dal procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella e dal sostituto Giulia Sbocchia, è scattata con un provvedimento di fermo eseguito dai carabinieri nei confronti di 11 indagati. L’indagine è la naturale prosecuzione dell’attività investigativa Levante che cinque mesi fa portò al fermo di altrettante persone.
Non uno, ma in realtà, sono ben due i carichi di cocaina rinvenuti e ripescati, poco più di un anno fa, da un motopeschereccio nella zona di mare di “Secca di Levante” al largo delle coste di Lampedusa. Complessivamente stimata in 200 chili di polvere bianca purissima. Un primo ingente quantitativo è stato in parte smerciato dal gruppo di lampedusani ai consumatori isolani e turisti, ma qualche chilo è finito anche a Catania e Favara e altri 24 chili sono stati sequestrati dai carabinieri.
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