Sempre più persone soffrono di intolleranze alimentari, ma incontrano difficoltà nel trovare ristoranti che offrano piatti sicuri per loro. Questo li porta spesso a rinunciare all’idea di mangiare fuori. Tuttavia, alcuni ristoratori stanno iniziando, seppur con cautela, a considerare questa clientela. Nonostante ciò, molti chef ritengono ancora scomodo adattare i loro menù a queste esigenze. Ma quali scelte può fare il singolo individuo, considerando che è complesso influire sull’ambiente circostante? Annarita Milioto e Domenico Vecchio condividono aneddoti ed esperienze per approfondire la questione.
È un’esperienza comune dover rimandare indietro un piatto al ristorante, ma si tratta sempre di un gesto spiacevole, non solo per chi lo compie, desiderando soltanto gustare il cibo e godere della compagnia, ma anche per il personale di sala, costretto a scusarsi e riportare le lamentele allo chef.
Ma queste rimostranze sono sempre giustificate? Qual è il limite tra una richiesta legittima e un’esagerazione? E come si può restituire un piatto in modo educato, evitando di attirare l’attenzione degli altri clienti? Ne abbiamo parlato, per scoprire le regole del bon ton e come veniamo percepiti “dall’altra parte della barricata” quando esageriamo.
È importante, inoltre, fare attenzione alle scelte alimentari, sia al ristorante che al supermercato. «I prodotti biologici riducono l’esposizione ai pesticidi, ma non proteggono da microplastiche e additivi. Al supermercato è consigliabile evitare alimenti pronti e prediligere cibi non processati, con poche voci nella lista degli ingredienti. Anche i genitori dovrebbero fare attenzione a queste scelte per i loro figli, poiché il sistema immunitario si costruisce nei primi anni di vita».
Nei prossimi giorni, visiteranno diversi ristoranti come clienti comuni, per scoprire quali gestori vedono gli intolleranti come una risorsa piuttosto che un problema.