I cantieri interminabili sulle strade, ma anche le tratte ferroviarie vetuste e una viabilità interna fatiscente con percorsi ad ostacoli per raggiungere innumerevoli località o luoghi di straordinario richiamo turistico-culturale: sono alcuni esempi lampanti delle difficoltà che limitano la vita quotidiana e lo sviluppo economico del territorio. Dati, ritardi e carenze sono finiti in un dossier consegnato il 23 marzo scorso a Palermo al ministro delle Infrastrutture ,Matteo Salvini, da una numerosa rappresentanza di imprenditori guidati da Giuseppe Pullara, segretario regionale e vice presidente nazionale di Conflavoro, l’associazione che rappresenta migliaia di piccole e medie imprese.
Conflavoro PMI sottolinea come “in Sicilia sono presenti circa 140 opere infrastrutturali incompiute o il cui termine contrattuale per l’ultimazione è stato superato. Si tratta di oltre il 30% del dato complessivo nazionale e di un dispendio di risorse che supererebbe i 400 milioni di euro. Infrastrutture stradali e autostradali, ma anche opere idriche e porti, con un’enorme potenzialità di sviluppo offerta dalle ZES e dalla riqualificazione delle aree industriali dismesse”. C’è poi l’annoso problema delle reti ferroviarie: in Sicilia sono 173 le località servite con 1.369 chilometri di linea ferrata di cui solo 791 elettrificati, con un doppio binario per 223 chilometri e a binario unico per 568 chilometri.
“Per far ripartire le realtà produttive, favorire la ripresa e attirare nuovi investimenti – ha detto Pullara al ministro – occorre sbloccare i progetti immediatamente cantierabili, nella massima collaborazione tra governo centrale e regionale, coinvolgendo non solo i fondi PNRR, FSE e Fesr, ma anche cambiando approccio, il tutto nella massima trasparenza e celerità”. Pullara parlando a nome delle attività produttive locali ha aggiunto: “Non si tratta, infatti, solo di come vengono spesi i fondi. È necessario creare un ambiente più favorevole – ha sottolineato Pullara – mediante una sburocratizzazione e una semplificazione delle procedure amministrative, prevedendo anche un sistema di monitoraggio delle spese in modo da intercettare le risorse non utilizzate in modo efficiente, così da poterle trasferire su opere più urgenti e realizzabili”. All’incontro con molti esponenti del commercio e delle professioni del territorio anche l’eurodeputata Annalisa Tardino. Nel dossier con le istanze avanzate dalle attività produttive viene spiegato che “servono introdotti meccanismi premiali per quelle imprese che spendono correttamente le risorse e, di converso, sanzionatori per chi non lo fa. È inoltre necessario, a tutela dell’ambiente, valutare come utilizzare parte delle risorse per un piano di investimento volto alla demolizione di quelle opere infrastrutturali inutilizzabili o dall’elevata vetustà, così da intervenire con opportuni interventi di rigenerazione urbana nelle aree interessate dalle demolizioni o con la costruzione di infrastrutture più adeguate e moderne”. Gli imprenditori hanno chiesto al ministro e al presidente della Regione Renato Schifani, all’assessore Alessandro Aricò e “a tutte le figure e agli enti preposti un’inversione strutturale del paradigma generale, di accogliere la sfida per cui il nostro territorio può e deve diventare il soggetto trainante della ripresa economica del Mezzogiorno anziché esserne il motore del rallentamento, consentendo all’intero sistema economico e produttivo di compiere un salto di qualità in questo senso. Conflavoro – ha evidenziato Pullara – ha le idee chiare al riguardo ed è sempre a disposizione per collaborare”.
Nella foto da sx Annalisa Tardino, il ministro Matteo Salvini e Giuseppe Pullara leader di Conflavoro