Sono 14 le persone indagate nell’ambito dell’operazione, denominata “Car’s hacker”, condotta dalla Guardia di finanza di Agrigento su una presunta associazione per delinquere finalizzata alla manomissione dei contachilometri delle autovetture in vendita, diminuendo i chilometri effettivamente percorsi, vendendole ad ignari acquirenti a prezzi maggiorati, rispetto al reale valore di mercato.
Quattro i provvedimenti cautelari emessi: in due sono finiti agli arresti domiciliari: i fratelli Salvatore e Alfonso Mattina, di 48 e 44 anni di Canicattì; per altri due Manila Mattina, 25 anni e Gioachino Lo Giudice, 42 anni, invece, è stato disposto l’obbligo di dimora nel territorio del Comune di Canicattì. Tre le rivendite di auto usate sequestrate, tutte in territorio canicattinese.
Nell’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento, almeno un centinaio i mezzi interessati dalla presunta manomissione. Le Fiamme gialle avrebbero scoperto che i chilometri percorsi in particolare da una delle auto finite sotto la lente d’ingrandimento dell’inchiesta, sarebbero stati abbassati da 466 mila a 166 mila chilometri, alterando evidentemente il valore economico reale dell’auto.
L’indagine, che ipotizza un giro d’affari illecito di oltre 700 mila euro, conta complessivamente 14 indagati e per tutti la Procura aveva chiesto misure cautelari personali. Il Gip del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli, ha ritenuto diversamente e ha accolto parzialmente la richiesta cautelare dei pubblici ministeri. I quattro indagati raggiunti dalla misura cautelare, comparsi davanti al gip, hanno fatto scena muta, avvelandosi della facoltà di non rispondere.