“Stiamo avviando un procedimento legale contro di lei per pedopornografia, pedofilia, cyber pornografia, traffico sessuale”. Questo il contenuto di due email che sono arrivate ad altrettanti agrigentini, inviate da un indirizzo di posta elettronica – naturalmente fasullo – del Ministero dell’Interno. Si tratta di falsi messaggi che prospettano alla vittima una inesistente indagine penale con l’intento di indurla a ricontattare i “truffatori”, ed esporsi in questo modo a successive richieste di pagamenti in denaro, o di comunicazione dei propri dati personali, e perfino del numero del conto corrente.
Entrambi gli agrigentini, che si sono visti recapitare queste mail, non sono però caduti nel “phishing”, così viene chiamata questa tipologia di truffa fatta su internet. A denunciare il tentativo di “phishing” è stato prima un agrigentino sessantenne che ha raccontato tutto ai poliziotti della sezione Volanti. Poi, nel caso della paventata inchiesta per pedopornografia, l’altro agrigentino ha deciso di formalizzare denuncia, a carico di ignoti, alla polizia Postale.
Le false email scritte anche in diverse lingue, utilizzano anche il logo della Repubblica Italiana, del Ministero dell’Interno, di Europol o della Polizia. La Polizia Postale raccomanda di diffidare da simili messaggi e avvisa che le Forze di polizia non contatterebbero mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi, per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali.
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