L’infiammazione della prostata è una delle patologie più diffuse e frequenti nell’uomo ed interessa dal 30 al 50% degli uomini in età sessualmente attiva. Quando essa si presenta come cronica è solitamente accompagnata da sintomi spesso riconducibili ad altre patologie, dunque può non essere riconosciuta o scambiata per un altro problema.
Molti dei sintomi causati dalla prostatite sono dovuti da spasmi dei muscoli della vescica e del bacino, soprattutto coinvolgenti l’area fra lo scroto e l’ano, ossia il perineo. E’ lì che si sviluppa il dolore, a livello dorsale inferiore e spesso coinvolgendo il pene e i testicoli. Il soggetto affetto da questa patologia può avvertire la necessità di urinare frequentemente e urgentemente, e la minzione può essere molto dolorosa o causare bruciore. Il dolore può rendere l’erezione o l’eiaculazione difficile o dolorosa e può essere la causa dello sviluppo di stipsi, che rende dolorosa anche l’evacuazione.
La prostatite batterica acuta presenta dei sintomi che tendono ad essere ancora più gravi e a presentarsi più frequentemente. Tra questi ci sono febbre e brividi, difficoltà nella minzione e comparsa di sangue nell’urina. Essa può indurre la formazione di pus e dunque di un ascesso nella prostata o un’epididimite, ossia l’infiammazione dell’epididimo.
Tra i sintomi più comuni riscontrati nei pazienti affetti da prostatite ci sono:
– dolore sovrapubico;
– dolore perineale;
– glande urente;
– dolore all’interno coscia;
– aumento della frequenza minzionale;
– urgenza e necessità impellente di urinare con a volte casi d’incontinenza da urgenza;
– bruciore e dolore durante la minzione;
– senso di incompleto svuotamento;
– sangue nello sperma.
Quando i sintomi riguardano principalmente i disturbi minzionali, la prostatite viene molto frequentemente confusa con la cistite. Solo tramite un controllo medico mirato si può avere una diagnosi certa attraverso un’esplorazione rettale e le indagini cliniche.
Le cause della prostatite, ovvero i motivi per cui la prostata si infiamma, sono tanti e spesso concomitanti, e vanno dai disordini intestinali alle abitudini alimentari, dalle abitudini minzionali alle pratiche sessuali. I batteri che causano la prostatite sono normalmente presenti nella flora intestinale e da qui provengono a colonizzare le vie seminali. È fondamentale consultare uno specialista.
Solitamente la diagnosi della prostatite si basa sui sintomi, sull’esito dell’esame obiettivo, e sui risultati delle analisi delle urine e dell’urinocoltura. La prostata può essere gonfia e dolente quando palpata al momento della visita tramite il retto, soprattutto nei soggetti affetti da prostatite batterica acuta.
L’analisi delle urine potrebbe rilevare un’infiammazione, nel caso in cui venga riscontrata la presenza di globuli bianchi, o un’infezione, se c’è presenza di batteri. L’urinocoltura mostra la presenza di un’infezione batterica che può essere localizzata in qualsiasi tratto delle vie urinarie, ma al contrario, se l’infezione viene individuata nella coltura del liquido prostatico, chiaramente la causa dell’infezione è la prostata. L’urinocoltura non sempre però risulta efficace, infatti quando la prostatite si presenta senza infezione batterica, essa non rileva alcuna infezione.
Come curare la prostatite?
Oltre alla classica terapia che descriveremo dopo, un metodo per la cura della prostatite è Sabalix, che consiste in compresse composte da un concentrato di estratto di frutti di Saw palmetto. Inoltre contiene zinco, che contribuisce ad un livello normale di testosterone nell’organismo, e assumendo una compressa al giorno si può rimediare in modo efficace ai vari problemi urinari e relativi alla minzione. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito wellvita.it
La terapia prevede la somministrazione di antibiotici che normalmente risolvono il quadro senza conseguenze. Essa va seguita fino alla sterilizzazione completa dell’origine dell’infezione per evitare le recidive e l’evoluzione verso una forma cronica. Infatti, non è raro che una prostatite acuta trattata con una terapia antibiotica insufficiente come dosaggio o come durata si trasformi in una prostatite cronica, e ciò è molto più frequente in soggetti che abbiano superato i 50-55 anni di età.
Se la situazione muta in questa direzione, gli antibiotici non saranno più tanto efficaci e bisognerà stare alla larga da tutte quelle attività che stimolano l’area interessata, come il ciclismo e l’equitazione ad esempio, e tutti quei cibi e quelle bevande che non aiutano di certo, come alcolici e cibo piccante.