Quando si verifica un incidente stradale mortale, oltre alla perdita di una persona cara, si deve fare fronte a una serie di spese di entità notevole. In determinate circostanze, legate principalmente alle dinamiche del sinistro, in ogni caso, i parenti e gli affetti del defunto possono affidarsi a specialisti del settore, in grado di analizzare il caso e fare una stima dei danni risarcibili.
Quando si può ottenere un rimborso
Il risarcimento danni dovuto ad un incidente stradale mortale spetta ai parenti più stretti della vittima, tra cui si annoverano figli, fratelli e coniugi ma anche i conviventi, che ricevono una somma di denaro variabile e dipendente dal verificarsi di determinate circostanze.
I parenti più stretti dovranno, innanzitutto, essere risarciti per il dolore e la sofferenza manifestatasi dopo la scomparsa del congiunto: in questo caso si parla di danni morali. Viene, inoltre, considerato anche il danno esistenziale, ovvero quello che quantifica sotto forma di una somma pecuniaria l’alterazione di una condizione di stabilità familiare. Tale valutazione viene fatta al di là dei danni morali.
È importante ricordare anche i danni patrimoniali, tra cui si annovera il cosiddetto lucro cessante, con cui si definiscono le mancante entrate di liquidi derivanti dalla perdita di un componente del nucleo familiare. Ci sono poi i danni emergenti, che includono una serie di spese, come per esempio quelle per preparare il funerale della vittima.
Infine, ci sono i danni non patrimoniali, che includono ad esempio danni inerenti alla stima del dolore provato dalla vittima prima del decesso.
Da cosa dipende l’entità del rimborso
In seguito a un incidente mortale viene aperto dalla Procura della Repubblica un procedimento penale, poi sarà la compagnia assicurativa di chi ha provocato il sinistro a dover risarcire i danni. Durante l’accertamento delle relative colpe, si possono nominare dei consulenti tecnici che forniscono all’assicurazione tutta la documentazione necessaria per poter fare un’offerta alla famiglia del defunto.
L’importo riconosciuto alla famiglia dell’incidentato, per quello che riguarda i danni morali, dipende da vari fattori da tenere in considerazione, tra cui l’età della vittima.
Per quanto riguarda i danni patrimoniali, la voce più difficile da quantificare è il reddito che il decesso ha sottratto alla famiglia; questo viene quantificato per ogni parente prossimo, relativamente a quanto effettivamente avrebbero ricevuto. Ad esempio, per un figlio che non abita più nel nucleo famigliare d’origine, la somma dovuta è inferiore rispetto a quella per un coniuge che non ha un’occupazione e che si sostiene esclusivamente con lo stipendio del deceduto. L’ammontare di questi danni deriva dal reddito percepito moltiplicato per gli anni in cui ipoteticamente avrebbe vissuto la vittima se non ci fosse stato l’incidente stradale.
Relativamente ai danni non patrimoniali, varie sentenze hanno stabilito che questo può essere coperto con due tipi differenti di rimborso: quello terminale: si tratta di un danno più generico, dovuto al fatto che tra l’impatto e il decesso è trascorso del tempo nel quale la persona ha sofferto; quello da premorienza, se in seguito al sinistro stradale la vittima ha riportato una menomazione grave o un’alterazione fisica che avrebbe portato al soggetto, se fosse rimasto in vita, molta sofferenza
La legge dice che in seguito a un incidente stradale mortale si ha il risarcimento dei danni entro 2 anni dall’evento: tuttavia, in alcuni casi, questo tempo può essere superiore. Ciò avviene quando si parla di condanna penale a carico di colui che ha commesso il fatto; ad esempio, se il responsabile dello scontro guidava in stato di ebbrezza, i tempi relativi al risarcimento sono quelli previsti per il reato in oggetto.