La Dda di Palermo ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di nove persone coinvolte nell’inchiesta che, lo scorso 8 marzo, ha fatto scattare il blitz dei carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, nella zona della Quisquina con la notifica di sette ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere di tipo mafioso e altri reati. L’inchiesta ha fatto luce sul mandamento di Burgio e Ribera e sulle famiglie di Lucca Sicula e Villafranca Sicula. Il provvedimento, che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio, è firmato dai sostituti procuratori Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Alessia Sinatra.
In nove, adesso, rischiano il processo. Si tratta di Salvatore Imbornone, 64 anni, di Lucca Sicula, considerato il capo dell’intero mandamento; Giovanni Derelitto, 74 anni, di Burgio, ritenuto il capo della locale famiglia; Francesco Caramazza, 51 anni, di Favara; Antonino Perricone, 53 anni, di Villafranca Sicula; Alberto Provenzano, 59 anni, di Burgio; Giuseppe Maurello, 54 anni, di Lucca Sicula; Giacomo Bacino, 60 anni di Burgio; Nicolò Riggio, 58 anni di Burgio; Gabriele Mirabella, 38 anni, di Lucca Sicula. L’indagine, sviluppatasi tra l’aprile 2021 e luglio 2023, è nata in seguito all’omicidio di Vincenzo Corvo, 52enne ucciso a fucilate nell’aprile 2020 a Lucca Sicula.
L’indagine ha svelato non soltanto le dinamiche interne alle cosche ma anche i tentativi di infiltrazione nelle amministrazioni locali e il tentativo di inquinamento delle elezioni a Villafranca Sicula. L’attività investigativa, pur non individuando al momento gli autori del delitto, ha permesso di evidenziare la piena operatività dell’associazione, documentando numerose riunioni finalizzate ad acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti, intervenendo sulle amministrazioni locali.