Il pubblico ministero Gloria Andreoli ha chiesto la condanna di 18 dei 53 imputati al processo scaturito dall’inchiesta “Demetra”, che ipotizza una maxi truffa ai danni di Inps e Inail. La pena più alta a 12 anni di reclusione ciascuno è stata chiesta per Vincenzo Terrazzino, 57 anni, di Raffadali, ex consigliere provinciale, per il medico dell’Inail Salvatore Conti, 64 anni, di Agrigento, e per l’imprenditore Giorgio Lo Presti, 67 anni, di Porto Empedocle; 11 anni e 6 mesi per Salvatore Russo radiologo di Aragona; 9 anni per Fabrizio Santamaria; 8 anno e 10 mesi per Giacomo Giuca; 8 anni e 8 mesi ciascuno per Salvatore Tortorici e Giuseppe Gangarossa; 5 anni e 4 mesi per Giovanni Salemi; 4 anni ciascuno per Ernesto Lo Presti, Francesco Ceraulo, Carmelo Colombo, Jessica Giglio, Cristian Giardino, Francesco Di Grado, Aymen Merdassi, Ruben Angelo Arrigo e Michele Baldarelli.
Chiesto, inoltre, il non doversi procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti di 34 persone: Leonardo Diana, Giuseppe Valenti, Francesco Di Stefano, Antonio Volpe, Gerlando Salemi, Fabio Sorrentino, Maurizio Sorrentino, Francesco Sacco, Salvatore Lo Vetro, Francesco Agnello, Giovanni Trupia, Michele Trupia, Calogero Sammartino, Calogero Seddio, Elia Adriani, Calogero Adriani, Domenico Cimino, Calogero Donato, Salvatore Donato, Angelo Gangarossa, Giuseppe Lombardo, Mario Lombardo, Calogero Lombardo, Emanuele Lombardo, Giacomo Lombardo, Gioacchino Barrale, Alfonso Cumella, Salvatore Mazza, Alessandro Termini, Gerardo De Rosa, Giovanna Frenna, Khemaies Balghaj, Laida Mohamed Ben Ali e Gerlando Sanfilippo.
Il 10 febbraio si torna in aula per l’inizio delle arringhe dei legali difensori. L’operazione dei carabinieri della Compagnia di Agrigento è scattata il 28 giugno del 2013. Sarebbero state create false aziende con finti posti di lavoro, che servivano per ottenere indennizzi per infortuni simulati, con la compiacenza di medici.