Il presunto giro di tangenti sugli appalti pubblici: indagato il deputato regionale Roberto Di Mauro
AGRIGENTO – Si allarga l’inchiesta della Procura di Agrigento su un presunto giro di tangenti e appalti pilotati. Tra gli indagati ora figura anche il nome dell’onorevole Roberto Di Mauro, 68 anni, parlamentare regionale: è lui il quattordicesimo indagato e il soggetto finora coperto da “omissis” negli atti giudiziari.
A Di Mauro vengono contestati i reati di associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti e frode nelle pubbliche forniture. Le ultime due ipotesi di reato sono in concorso con il suo ex segretario particolare Giovanni Campagna, l’imprenditore e sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi, e l’ex dirigente dell’ufficio tecnico di Licata Sebastiano Alesci. Al centro dell’indagine, l’appalto da oltre 37 milioni di euro per il rifacimento della rete idrica di Agrigento.
Il nome del deputato è emerso nel provvedimento con cui la Procura ha disposto accertamenti tecnici irripetibili su dispositivi elettronici e supporti informatici sequestrati nel corso del blitz dello scorso 14 maggio, che ha portato a cinque arresti. L’incarico sarà affidato domani mattina a due periti.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Sebastiano Alesci, Giuseppe Capizzi, Giovanni Campagna e Roberto Di Mauro avrebbero truccato la gara d’appalto, favorendo il consorzio “Della”, costituito da Capizzi. L’offerta economica presentata, con la complicità di Alesci e di altri pubblici funzionari agrigentini, prevedeva un ribasso superiore al 30%, ritenuto dai magistrati non idoneo ad assicurare la concreta esecuzione dei lavori.
Nonostante l’apparente incongruità dell’offerta, la gara è andata avanti, provocando ritardi nell’avvio dei lavori e sollevando forti dubbi sulla regolarità dell’intero iter. Secondo gli inquirenti, il consorzio non avrebbe avuto nemmeno i requisiti economici minimi per affrontare l’appalto.
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