Ridotte le condanne per l’omicidio di Pasquale Mangione, il pensionato raffadalese ucciso il 2 dicembre 2011 nella sua casa di campagna in contrada “Modaccamo”. I giudici della Corte d’Appello di Palermo, accogliendo parzialmente le tesi dei difensori hanno infatti deciso la condanna a 16 anni di reclusione per Angelo D’Antona 38 anni di Raffadali, e 10 anni per Antonino Mangione 43 anni anche lui raffadalese, che ha beneficiato di una ulteriore riduzione per effetto della collaborazione.
In primo grado, lo scorso 25 luglio, il Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto aveva inflitto trenta anni di carcere a D’Antona e sedici anni a Mangione. E’ stato proprio Mangione a svelare i retroscena dell’omicidio. Si è autoaccusato di avere organizzato l’omicidio tirando in ballo uno dei figli del pensionato, prima indagato e poi scagionato da ogni accusa. Il movente del delitto sarebbe stato nel comportamento della vittima, che avrebbe disturbato e molestato diverse donne.
A commettere materialmente l’omicidio, secondo il racconto di Mangione, sarebbero stati Roberto Lampasona di Santa Elisabetta e D’Antona. La posizione di Lampasona è stata stralciata e il processo è in corso di svolgimento davanti al Tribunale di Agrigento.