Fortitudo, un’altra occasione sprecata: la Siaz passa al PalaMoncada (52-57)
Terra di conquista: la Siaz espugna il PalaMoncada, Fortitudo ancora ko
Il PalaMoncada non è più un fortino. Anche la Siaz Piazza Armerina passa ad Agrigento (52-57), approfittando di una Fortitudo ancora smarrita e incapace di dare continuità a una prestazione finalmente solida per tre quarti. L’ultimo periodo, come troppe volte accaduto, si trasforma in un incubo.
Pesano come macigni i quattro falli di Querci all’inizio dell’ultimo quarto, che tolgono equilibrio all’attacco biancazzurro. La Siaz parte forte con Lepichev e Almansi, pareggia e sorpassa, mentre Agrigento fatica a trovare soluzioni offensive. Sul 48-50 arriva il timeout di Cagnardi, ma la squadra continua a sbattere contro la difesa ospite.
Cagliani trova i liberi del 50-50 dopo una bella circolazione di palla, ma Lepichev (in doppia cifra) punisce con un gran movimento spalle a canestro. Martini subisce il quarto fallo di Colussa ma spreca i liberi del possibile pareggio, e Disibioregala palla alla Siaz, che vola in transizione per il +4. Timeout Patrizio e inerzia tutta ospite sul parziale di 2-8.
Agrigento continua a perdere palloni e a forzare dall’arco: 34 tentativi da tre punti, con una misera percentuale del 13%(4 su 34). Troppo, per pensare di vincere. Piazza Armerina, più lucida, chiude i conti con Cepic per il 52-57 finale.
I numeri parlano chiaro: Siaz dominante a rimbalzo (41 a 35), più concreta al tiro (16 su 37 da due, 6 su 20 da tre). Agrigento sbaglia tanto (15 su 24 da due, ma solo 4 su 34 da tre) e conferma tutte le difficoltà offensive.
Almansi è l’MVP con 17 punti, 4 rimbalzi e 2 assist, mentre Martini è l’unico a salvarsi tra i biancazzurri con 15 punti e 3 rimbalzi.
Da segnalare la prova solida e generosa di Albano Chiarastella, capitano vero, che ha mantenuto lucidità e carattere anche nei momenti più difficili, tenendo in piedi la squadra con leadership e presenza in campo. Auguri al neo papà.
Un’altra prova opaca per la Fortitudo, che non riesce a costruire gioco e concede troppo a un avversario ordinato ma non irresistibile. Il piano gara di Cagnardi è da rivedere: servono idee, ritmo e soprattutto una reazione, prima che il PalaMoncada diventi definitivamente terra di conquista.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
