“Se i medici fossero intervenuti subito, il bambino si sarebbe salvato”. È quanto emergerebbe dai primi risultati dell’autopsia eseguito, ad Agrigento, sul corpo della ventinovenne di origine marocchina, morta domenica 6 agosto all’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” di Licata a seguito di un’estesa emorragia interna. L’esame autoptico è stato disposto dalla Procura di Agrigento dopo la denuncia presentata dal marito della donna, un quarantenne anche lui marocchino. Le indagini sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Licata. Nel frattempo, proprio il marito si è rivolto a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela delle vittime di malasanità.
Tutto è iniziato venerdì 4 agosto. La donna ha cominciato a vomitare sangue e, in preda a dolori lancinanti, è stata portata in ambulanza all’ospedale San Giacomo d’Altopasso. Poco prima delle 20:30 dello stesso giorno i medici l’hanno dimessa, dopo aver riscontrato e diagnosticato un’otite bilaterale con gengivite. I dolori al petto, però, sono continuati. A distanza di 24 ore la situazione è precipita. Durante la notte la ragazza ha chiamato il marito (che stava facendo il turno di notte) e gli ha detto: “Non ce la faccio più, sto morendo”. La coppia è arrivata in ospedale alle 2. Dopo circa 40 minuti un’infermiera gli spiega che i medici hanno iniziato il parto cesareo per provare a salvare il bambino. Nulla viene riferito riguardo alla donna. Mezz’ora dopo la tragica notizia: “Sono morti entrambi”.
“Dalle prime risultanze dell’esame autoptico, pare ci fosse un’estesa emorragia interna – spiega Diego Ferraro, referente di Giesse Risarcimento Danni per la Sicilia occidentale – Se ci fosse stato un intervento tempestivo, il bambino con molte probabilità si sarebbe salvato. Quei due giorni, stando a quanto emerso finora, sarebbero stati per lui fatali. Si dovrà anche verificare se la madre sarebbe sopravvissuta senza quella lunga attesa fino al 6 agosto. La gravidanza, infatti, era stata tranquilla e senza complicanze fino a venerdì 4. La giovane, inoltre, non soffriva di patologie pregresse. Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e andremo fino in fondo con i nostri legali, medici legali e specialisti per capire cos’è accaduto”.