Nell’ambito dei recenti sviluppi riguardanti lo Statuto della Fondazione Agrigento 2025, emerge una chiara divergenza di opinioni tra il Consorzio Universitario Empedocle (Cua) e l’Associazione Memo. La proposta statutaria, oggetto di discussione all’interno del Cda del Cua, ha suscitato notevoli perplessità e ha portato a delibere volte a modificare l’approccio al documento.
Particolare attenzione è stata riservata a due punti cruciali: i principi di trasparenza pubblica e l’inclusione dei soci fondatori, ovvero il Comune di Agrigento, il Comune di Lampedusa e lo stesso Cua. Tuttavia, si è appreso che questi aspetti non trovano riscontro nello statuto reso pubblico dalla giunta comunale di Agrigento nei giorni scorsi.
Una delle questioni più controverse è emersa dall’assegnazione della gestione dell’intero dossier all’Associazione Meno, la quale ha sollevato polemiche in quanto ritenuta in deroga alle leggi di trasparenza. Il presidente del Cua, Nenè Mangiacavallo, figura tra gli sponsor principali della candidatura e ha espresso la sua netta opinione in merito. “Questo statuto non va affatto bene,” ha dichiarato Mangiacavallo, sottolineando che l’Associazione Memo ha dimostrato abilità nella redazione del dossier, ma non possiede i titoli necessari per la gestione complessiva.
Mangiacavallo ha ribadito l’importanza di agire con la massima trasparenza, poiché gli occhi del mondo sono puntati su Agrigento e l’omissione di questo principio potrebbe alimentare preconcetti sulla Sicilia. In un momento in cui la regione cerca di affermarsi a livello internazionale, l’assenza di trasparenza potrebbe costituire un ostacolo significativo.
“Per quanto riguarda l’ultima settimana,” afferma Nenè Mangiacavallo, Presidente del Consorzio Universitario Empedocle (Cua), “il testo dello statuto per la fondazione incaricata dei progetti del 2025 è giunto venerdì scorso dal Sindaco. In pochi istanti, abbiamo convocato il Consiglio di Amministrazione per esaminare e, se necessario, modificare questa bozza di statuto.”
Mangiacavallo prosegue: “Questa tempistica è stata accentuata dalla considerevole dilazione di oltre 120 giorni, costringendoci a muoverci con solerzia e prontezza. Abbiamo esaminato attentamente ciascun articolo dello statuto e, considerata l’opportunità di partire da zero, abbiamo deciso di promuovere una collaborazione inclusiva tra diverse parti interessate, tra cui il Comune di Agrigento e il Comune di Lampedusa.”
Tuttavia, il presidente del Cua rivela: “Questo approccio si è rivelato impraticabile a causa dei possibili ritardi aggiuntivi che avrebbe comportato. Pertanto, abbiamo formulato emendamenti significativi miranti al rispetto delle leggi, alla trasparenza e all’interesse collettivo.”
Mangiacavallo sottolinea: “È cruciale agire rapidamente, ma con attenzione, per sfruttare appieno l’opportunità straordinaria che il 2025 rappresenta per la provincia di Agrigento. Dobbiamo garantire la massima credibilità in quanto gli occhi del mondo sono puntati su di noi. La trasparenza, l’onestà intellettuale e pratica sono imperativi.”
In chiusura, il Presidente del Cua enfatizza: “È essenziale preservare l’integrità dell’intero processo statutario. I principi fondamentali di legalità e trasparenza devono essere rispettati nell’interesse della comunità agrigentina e al di là.”
Le parole del presidente del Cua sollevano dubbi sul futuro della Fondazione Agrigento 2025, poiché Mangiacavallo ha affermato che, alle attuali condizioni, il Cua potrebbe ritirarsi dalla partecipazione. La palla è ora nelle mani del Comune di Agrigento, chiamato a rivedere lo statuto elaborato dal dirigente avvocato Toni Insalaco. Tuttavia, il percorso appare intricato e lungo, in quanto lo statuto dovrà essere sottoposto all’approvazione del consiglio comunale.
Da sottolineare anche la sorprendente presenza di Roberto Albergoni, presidente di un’associazione privata, nel contesto della vicenda. La scelta dell’Associazione Memo ha suscitato sorpresa e interrogativi da parte degli osservatori, lasciando tutti di stucco.
Emerge una chiara necessità di ottenere ulteriori chiarimenti riguardo alla possibilità di affidare direttamente i ruoli di project manager e executive manager all’interno della Fondazione Agrigento 2025. Secondo quanto trapela dallo statuto, si suggerisce che tali incarichi dovrebbero essere ricoperti da coloro che hanno partecipato attivamente, durante la fase di costituzione e per il primo triennio, alla stesura del dossier di candidatura dell’associazione MeNo. Questo criterio sembra orientato verso l’identificazione di Roberto Albergoni e Margherita Orlando per queste importanti posizioni.
L’esito di questa complessa controversia sullo Statuto della Fondazione Agrigento 2025 rimane incerto, mentre la città e la comunità si preparano ad affrontare ulteriori dibattiti e decisioni.