Il regista italiano più amato dai francesi, il più francese degli Autori di Cinema italiano, torna in sala con un film presentato a Cannes 2021, in concorso per la Palma D’oro che NANNI MORETTI ha vinto vent’anni addietro con LA STANZA DEL FIGLIO.
Per la prima volta, Moretti prende spunto da un soggetto non originale ma da un romanzo dal titolo omonimo: TRE PIANI di Eshkol Nevo.
Il risultato, va detto subito e spiace scriverlo, è quello di una pellicola poco riuscita, fiacca.
In un’ambientazione profondamente borghese, le vite di alcuni condomini vengono segnate e stravolte da episodi che le porteranno a intrecciarsi drammaticamente.
TRE PIANI è un film con toni drammatici e angoscianti, mai liberatori: come definire una trama dove i comportamenti e gli umori dei protagonisti sono improntati alla sfiducia nel prossimo, alla paura, alla diffidenza e all’egoismo, alla convivenza con fantasmi reali e immaginari (un volatile nero, una segreteria telefonica …)? Questa apoteosi dell’incomunicabilità viene rappresentata con una regia poco dinamica, una messa in scena degli attori approssimativa e, in fondo, molto televisiva. “Le parole sono importanti”, recita Apicella/Moretti in BIANCA e invece in TRE PIANI i dialoghi sono stantii con una recitazione complessivamente piatta e inespressiva da parte degli Attori (Buy e Scamarcio hanno avuto momenti migliori); lo stesso personaggio interpretato da Moretti (un Giudice/Padre), va ben oltre e risulta intransigente, duro, senza quella ironia che ha caratterizzato altre interpretazioni e ce ne ha fatto amare le sfaccettature. L’ingarbugliato intreccio non giova alla narrazione e le stesse musiche di Franco Piersanti risentono del clima generale e non trovano respiro alcuno in un film, in definitiva, triste e con poche pagine di stentato e catartico ottimismo legate alle figure delle donne, le uniche che provino a ricucire gli strappi e le ansie che stanno vivendo.
A margine di questa nota va ricordata la stucchevole polemica del Nanni nazionale che ha esternato tutta la sua disapprovazione verso la Giuria di Cannes per aver sottovalutato la propria opera e premiato, invece, la pellicola TITANE della Regista Julia Ducournau: un film, dicono le cronache, coraggioso e sicuramente sopra le righe ma espressione di un modo di “fare cinema” lontano dagli schemi morettiani che, alla luce di quanto visto in TRE PIANI, risultano decisamente vecchi.
Ad Agrigento, Multisala Ciak.