Guardando verso la città, e non solo dallo specchio retrovisore, ci si presenta un quadro dove spiccano due realtà: la Valle ed il Colle. Due aree fortemente identitarie del nostro tessuto urbano dalle quali si possono trarre spunti di grande incoraggiamento.
La Valle, che grazie alle attività e alle iniziative del Parco Archeologico brilla per una gestione che sa coniugare al meglio tutela e valorizzazione del suo ingente patrimonio, contribuisce ad accrescere sempre più l’appeal del territorio.
Il Colle, che grazie all’impegno dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi, è ritornato a vivere a diventare meta sempre più ricercata non solo dai turisti ma anche dagli agrigentini che ne hanno potuto riscoprire il fascino e i gioielli architettonici che questa parte antica della città contiene.
Nel mezzo ci sta quell’area che un tempo era il cuore pulsante delle attività commerciali, delle relazioni sociali e dei pubblici servizi e che oggi rischia di essere vista come luogo dei ricordi.
Mentre nell’ultimo anno i successi della Valle e del Colle sono stati significativi, i regressi di altre zone della città si trascinano da molto tempo, così come le periferie sempre più scollegate e sempre meno disposte a riconoscersi in un modello urbano di coesione sociale.
Intanto si registra una voglia di partecipazione alle scelte che riguardano la comunità. Una tendenza che rappresenta la vera positiva novità per Agrigento. Un attivismo che si manifesta nelle tante iniziative di solidarietà che riguardano non solo forme concrete di solidarietà sociale, anche surrogando l’intervento pubblico, ma anche tante iniziative a favore dell’ambiente e un impegno che conduce alla riscoperta delle tradizioni locali.
Un fermento culturale che riporta alla nostra mente una grave perdita subita nel 2019. Con la scomparsa di Andrea Camilleri il nostro territorio, e non solo, ha perduto infatti un grande scrittore è uno straordinario intellettuale che ci aiutava a leggere quanto si muove nella società odierna.
Questa voglia di partecipazione si è in particolare registrata in occasione della predisposizione del programma delle iniziative che si terranno nel 2020 in occasione della celebrazione dei 2600 anni di vita della città. Un appuntamento da non banalizzare e attraverso il quale avviare un percorso che provi a ricucire il tessuto sociale della comunità e che faccia ritrovare un’identità alla sua cittadinanza.
Se si guarda il panorama politico locale si può dire che anche il 2019 conferma la disaffezione dei cittadini verso i partiti, anche quelli nuovi, nonostante le manovre per le prossime elezioni comunali, che si terranno nella prossima primavera, siano iniziate con largo anticipo.
Ma del resto la politica locale sembra viaggiare sui lenti convogli che percorrono le linee ferrate della Sicilia su vecchi tracciati che dovrebbero collegare il territorio, ma che lo fanno purtroppo con tempi anacronistici.
A parte le metafore se poi guardiamo allo stato delle infrastrutture si può osservare come le condizioni generali sono peggiorate, vedi il ponte Morandi chiuso da tre anni, i cui lavori di manutenzione non si sa quando potranno concludersi.
Anche in altri campi le cose non sono andate bene come confermano le classifiche del 2019 sulla qualità della vita che ci vedono sempre nel gruppo di coda, anche se una posizione eccellente abbiamo conquistato per quanto riguarda la sicurezza e la giustizia, grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura. Lavoro importante sopratutto sul terreno della prevenzione e dell’informazione in diversi incontri nelle scuole.
E mentre ci accingiamo a porgere gli auguri per l’anno che viene non possiamo ignorare la manifestazione delle sardine che si sono riunite ad Agrigento nella piazza Marconi, disposta ad accogliere folle numerose. Folle che sono mancate con presenze di cittadini diversamente giovani in maggioranza a fronte di un gruppo di giovani volenterosi e potatori di un messaggio che non fa sconti ad una classe dirigente politica incapace di sintonizzarsi sulle aspettative dei cittadini. Ribaltando il noto slogan che anima le piazze d’Italia, si potrebbe dire che Agrigento si lega.