Esercizio provvisorio, i risultati della parifica del rendiconto 2020, i rendiconti 2021 e 2022 , quest’ultimo andrebbe varato entro giugno per poi procedere alla all’assestamento. Sono gli “appuntamenti” nodali della vita economica della Regione con cui dovrà confrontarsi il nuovo governo Schifani. In assenza del governo quel che appare inevitabile, nell’immediato, è l’approvazione di un esercizio provvisorio che consenta alla Regione siciliana di spendere in dodicesimi mentre si compiono tutti i passaggi richiesti per l’organizzazione degli organi parlamentari. Il primo passaggio è quello della formazione dell’Assemblea regionale siciliana che, a quasi un mese dal voto, ancora non ha avuto proclamata l’intera formazione dei 70 deputati che prenderà posto a Sala d’Ercole. L’aula dovrà essere convocata e dopo l’insediamento si procederà alla costituzione dell’ufficio di Presidenza e delle commissioni di merito. Nel frattempo il governo si insedierà. Solo dopo potrà iniziare a elaborare una manovra che sicuramente proverà a dare qualche risposta ai siciliani mentre la crisi dovuta al caro bollette si fa sentire. Ma per elaborare la manovra ci vorrà tempo e così, appunto, è naturale che sarà necessario sacrificare le esigenze di piena agibilità della macchina amministrativa regionale per scrivere una manovra che non abbia solo una funzione di autorizzazione della spesa. Ed in riferimento ai problemi di contabilità relativi soprattutto al temuto giudizio di parifica, e ai ritardi che determineranno quasi certamente il ricorso all’esercizio provvisorio del bilancio, il deputato degli Autonomisti, Roberto Di Mauro, già vice presidente dell’Assemblea Regionale, avverte: “La cassa della Regione non può rimanere chiusa a causa di ragioni di ordine tecnico per alcuni mesi all’anno, come è successo negli ultimi cinque anni. Un mandato di pagamento di gennaio non può essere incassato a luglio, e da agosto a novembre non si può rimanere con le casse bloccate. I conti sono il primo problema che Schifani dovrà affrontare. Dopo la definizione del contenzioso sulla compartecipazione alla spesa pubblica della Sanità, che vale oltre 600 milioni di euro all’anno per la Regione, (400 da quest’anno e poi gli arretrati da quantificare), è fondamentale trovare la modalità con cui mettere a regime la liquidità della Regione”.
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