Il Gup del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di Angelo Incardona, il quarantaquattrenne di Palma di Montechiaro che nel febbraio dell’anno scorso prima sparò ai genitori, ferendoli, e poi uccise nella piazza del paese un imprenditore, e suo compaesano, Lillo Saito, 65enne socio di un’impresa di gelati. Deve rispondere delle accuse di omicidio, lesioni personali e porto illegale di arma clandestina. La prima udienza del processo sarà celebrata il prossimo 12 luglio davanti la Corte di Assise di Agrigento.
Il giudice aveva incaricato lo psichiatra Armando Inguaggiato di eseguire una perizia per valutare le condizioni di salute mentale dell’imputato. Secondo lo specialista, Incardona quel 10 febbraio era totalmente incapace di intendere e di volere. Una circostanza che comunque – al momento – non fermerà il procedimento a suo carico. Accolta, dunque, la richiesta del sostituto procuratore Maria Barbara Grazia Cifalinò che cinque mesi fa chiese il rinvio a giudizio per il palmese.
L’uomo, il 10 febbraio dello scorso anno, ha prima sparato ai genitori con una pistola Beretta 92 FS con matricola abrasa e poi, uscito di casa, ha ucciso l’imprenditore Lillo Saito. La vittima è stata stata raggiunta in piazza Provenzani dal killer che, a distanza ravvicinata mentre l’uomo si trovava in auto, avrebbe esploso quattro colpi di pistola, uno dei quali lo ha raggiunto alla testa. Incardona sarebbe poi tornato a casa e raccontando tutto alla moglie, che lo ha convinto a costituirsi e lo ha accompagnato alla caserma del Comando provinciale dei carabinieri di Agrigento.
Il 44enne, davanti all’ex procuratore capo Patronaggio, aveva confessato di aver ucciso l’imprenditore e di aver sparato ai genitori “per dar loro una lezione” in quanto sarebbero responsabili di averlo preso per “infame” dicendo che era sul punto di pentirsi. Un racconto che non ha mai convinto del tutto gli inquirenti.