In un momento come quello attuale, nel quale i nazionalismi e il razzismo sembrano essere ritornati dal passato, nessun film parrebbe essere più azzeccato di “Green book”, in uscita nelle sale da domani e in odore di Oscar, considerate le cinque statuette a cui è candidato.
“Green book”, diretto da Peter Farrelly con Viggo Mortensen e Mahershala Alì, è ambientato nell’America degli anni Sessanta, quando l’ostilità contro i “neri” era tenacemente fervida e il razzismo sembrava essere l’unica cosa veramente certa.
I protagonisti formano una strana coppia: l’uno è un raffinato musicista “nero”, l’altro un ex buttafuori italo- americano ingaggiato per fargli da autista. Entrambi sono in viaggio negli stati razzisti del Sud tra pregiudizi e diffidenza reciproca.
In bilico virtuoso tra dramma e commedia, “Green book”, che è tratto da una storia vera, ha conquistato tutti tanto da guadagnarsi cinque candidature agli Oscar, comprese quelle dei due attori.
“Green book” è un film che invita a fare un viaggio ridendo e piangendo tra tensioni, stereotipi e leggi razziali, ma è soprattutto un viaggio verso l’amicizia e il rispetto reciproco; insomma è una bella storia del passato che andava condivisa con le generazioni di oggi per fare riflettere sul presente e farlo capire.