“Si volevo uccidere i miei genitori, dovevano pagare le voci che avevano messo in paese”. E’ uno dei passaggi resi ai carabinieri e magistrati da Angelo Incardona, il 44enne che a Palma di Montechiaro ha sparato prima al padre e alla madre, ferendoli in modo non grave, e poi ha esploso più di dieci colpi di pistola contro l’imprenditore, Lillo Saito, uccidendolo. Incardona, a quanto si è appreso, era mosso da rancore perché, secondo quanto ha dichiarato agli inquirenti, proprio i genitori avrebbero messo in giro la voce che il figlio era pronto a collaborare con la giustizia.
L’assassino ha raccontato di fare parte di un clan mafioso dei Cucciuvi, un sottoclan dei Paracchi, organizzazione di stampo mafioso che nel territorio di Palma di Montechiaro e Favara si aggiunge a Cosa nostra e alla Stidda. Il padre Giuseppe Incardona è tra gli otto accusati per il Far West fra del 12 giugno di 4 anni fa, con inseguimenti in auto, sparatorie e ferimenti. Voleva punire il padre e la madre per quelle voci. Comunque, ha sparato senza colpirli in modo grave.