Il Giardino della Kolymbethra, bene archeologico e paesaggistico, recuperato e restituito alla collettività dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, scrigno naturale e di biodiversità, situato nel cuore della Valle dei Templi, chiude il 2022 con sessantamila visitatori, il 40% dei quali stranieri, provenienti da tutto il mondo.
Un segnale molto positivo, dopo gli ultimi anni caratterizzati principalmente da turismo di prossimità.
Si dice sempre che la fine di un anno porti con sé bilanci e riflessioni: considerazioni non solo sul futuro, ma anche sul passato appena trascorso. Per il settore turistico-culturale agrigentino, il 2022 ha rappresentato l’anno della ripresa dopo un biennio incerto, con numeri non ancora pieni, ma sicuramente soddisfacenti. Per questo motivo abbiamo deciso di tracciare con la responsabile del Giardino, Federica Salvo, un consuntivo dell’anno che si sta per chiudere.
Il Giardino chiude l’anno all’insegna dei grandi numeri. Qual è il segreto?
“Le molteplici attività che si sono svolte al suo interno, con oltre quaranta eventi, tra visite didattiche, laboratori per famiglie con bambini, eventi culturali ed esperienze a contatto con la natura. Dalla “Raccolta delle arance” nel mese di febbraio, alle “Olimpiadi dei giochi dimenticati” nel mese di maggio, fino alle Sere FAI d’Estate nei mesi di luglio, agosto e settembre: gli appuntamenti non sono mancati durante tutto il corso dell’anno e per tutte le fasce d’età”.
La scuola che ruolo ha avuto in tutto questo?
“Il 2022 ha registrato anche il ritorno delle scuole, con circa ottomila studenti di ogni ordine e grado che hanno popolato il Giardino e partecipato ai laboratori creativi incentrati sui temi dell’ambiente, del paesaggio e dell’archeologia. Grazie all’Associazione Nettuno e alle sue competenti operatrici didattiche, i bambini hanno potuto accedere ad un’offerta formativa unica nel suo genere”.
Quali altre esperienze al servizio del visitatore?
“Ad arricchire il già vasto programma di attività, non sono mancate le escursioni all’interno dell’ipogeo Kolymbethra-Porta V, condotte dalle guide esperte di Agrigento Sotterranea. Un’esperienza sempre molto amata dai visitatori all’interno di uno degli acquedotti feaci che alimentavano l’antica peschiera del V secolo a.C.”.
L’ambiente torna al centro dell’attenzione del FAI e della Kolymbethra. Vuole ricordarci qualche iniziativa?
“Diverse sono state le iniziative legate al paesaggio: visite specialistiche incentrate sulla biodiversità e sul clima; il progetto “Api nei Beni del FAI”, con il posizionamento di tre arnie di famiglie di ape nera sicula, una specie docile e fragile che nel Giardino ha trovato ristoro; partenariati di studio e ricerca finalizzati alla tutela del raro patrimonio genetico che contraddistingue la Kolymbethra, come quello con il prestigioso Orto Botanico di Palermo”.
Ma anche uno sguardo rivolto al sociale?
“Al Giardino della Kolymbethra, i lavori di cura del verde e di protezione del patrimonio artistico si sposano con progetti sociali di ampio respiro, in particolare con lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità ai fini della messa alla prova dell’imputato, con l’obiettivo del reinserimento dello stesso in società, in virtù di una convenzione quinquennale tra il FAI e il Ministero della Giustizia che ha preso il via proprio alla Kolymbethra, grazie al determinante contributo dell’UEPE Agrigento”.
Progetti ed investimenti futuri?
“Il 2023, dunque, sarà improntato al consolidamento delle buone pratiche già esistenti e alla prosecuzione del progetto di studio e recupero del bene, avviato più di vent’anni fa dal FAI. Un progetto che si sviluppa e che prende forma all’interno della virtuosa Valle dei Templi, sito UNESCO, patrimonio dell’umanità, in cui tutela e valorizzazione coesistono perfettamente. Nell’ottica di una crescita sempre più sana, finalizzata alla sostenibilità economica del Giardino e allo sviluppo del territorio e degli attori coinvolti, gli investimenti da parte della Fondazione non sono mancati e non mancheranno. L’importanza della Kolymbethra, simbolo della rinascita di un paesaggio e di una storia altrimenti dimenticati, è racchiusa nella scelta di porre il suo scorcio più rinomato, ispiratore dei viaggiatori del Grand Tour, sul fronte della tessera del FAI, posseduta da circa 250mila sognatori che hanno deciso di sostenerne la sua missione”.
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