Doveva essere un derby infuocato, non lo è stato nel senso classico, ma a bruciarsi è stata l’Orlandina che esce sconfitta dal PalaMoncada con il punteggio di 74-63. La squadra di coach Cagnardi ha giocato una partita fisica e concreta, mentre quella di Sodini, complici anche alcune assenze importanti, non è mai stata in partita. Sul piano individuale, i biancazzurri hanno quattro giocatori in doppia cifra: James e Ambrosin con 15 punti a testa, così come Easley e Chiarastella con 10. Per i paladini, l’ottimo Kinsey mette a referto 20 punti ben coadiuvato da Laganà a quota 14. Ma Agrigento ha portato ben 10 giocatori a fare punti, compresi Cuffaro e Moretti, e regalato minuti pure al giovane Alessandro Moricca (2001), mentre la squadra di Sodini ha pagato l’imprecisione sui tiri dal campo, 4 su 21 da 3, è una statistica che da sola racconta la partita.
Agrigento, che non è stata molto più precisa di Capo d’Orlando, ha tirato con 10 su 29 da tre ma le percentuali dei locali hanno fatto la differenza. Decisivo il break ad inizio quarto periodo, che ha visto Agrigento portarsi sul +18, dopo una gara in cui l’Orlandina era sempre rimasta a contatto, pur non andando mai in vantaggio. I messinesi, come detto, pagano i troppi errori al tiro: 19/60 totale con 4/21 da tre punti e 21/35 ai liberi, nonostante i 20 punti di un ottimo Tarence Kinsey, sicuramente il migliore dell’Orlandina.
«È stato importante vincere – spiega Cagnardi – siamo contenti, non sapevamo che partita poteva essere, avendo giocato un altro derby a distanza di pochi giorni. Adesso abbiamo due trasferte di fila – aggiunge – entrambe complicate, dobbiamo lavorare in palestra per presentarci al meglio».
Le parole di coach Marco Sodini a fine gara: «Agrigento ci è stata superiore in questa partita. Noi dobbiamo riuscire ad esportare in trasferta i 40′ giocati con Napoli, purtroppo sotto pressione siamo invece tornati a fare alcuni errori che nella nostra squadra sono ricorrenti: l’abuso del palleggio e di non gioco insieme».