
Successo o fallimento? Realtà o delusione? Infortuni o alibi? Il dibattito impazza tra commentatori e tifosi.
Le cinque sconfitte consecutive rimediate nella parte finale della stagione, infatti, hanno estromesso la compagine di coach Franco Ciani dalla qualificazione alla post season, nonostante avesse occupato stabilmente i piani nobili della classifica per ben 28 giornate su 30.
La delusione è stata tanta e per capire se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, proveremo a dare dei giudizi su tutti i protagonisti di questa stagione.
Società: 7. In un’ottica di progetto economicamente sostenibile, alla società presieduta da Salvatore Moncada non si può appuntare nulla.
Riuscire a drenare adeguate risorse finanziarie per misurarsi in un campionato sempre più competitivo e, per di più, in un contesto economico difficile, è già un grosso successo.
La cronaca delle ultime due stagioni ci ha consegnato due casi eclatanti di irregolarità finanziarie che hanno coinvolto due società storiche come la Viola Reggio Calabria e la Mens Sana Siena, quindi, in questo senso, va più che bene continuare in questa direzione.
Cristian Mayer: 7,5. Con poche frecce al proprio arco mette a bersaglio tutti i colpi: via il play titolare Ruben Zugno e al suo posto ne prende uno americano all’esordio, Amir Bell, cui si aggiungono due esterni promettenti, Edoardo Fontana e Dimitri Sousa, il primo messosi in luce in serie B e il secondo in un piccolo college americano. Completa il roster un under 18, Paolo Nicoloso.
Superfluo aggiungere che meglio di così era proprio difficile fare.
Franco Ciani: 7,5. C’è poco da dire sul coach friulano artefice dell’ennesimo miracolo sportivo all’ombra dei templi. Giocare buona parte del campionato con il roster continuamente falcidiato dagli infortuni e restare in lotta per la postseason (28 giornate su 30), per di più mettendosi dietro in classifica squadre più blasonate e favorite dai pronostici, è assolutamente meritevole.
Simone Pepe: 5,5. Stagione dai due volti quella del pescarese: se nella prima parte del campionato il suo contributo era stato all’altezza, nel girone di ritorno non si è ripetuto e, alla fine, è arrivato con la spia della benzina in riserva, circostanza che ha inciso nel deludente finale di stagione.
Jalen Cannon: 8. Altra stagione da MVP per l’americano di Allentown ambientatosi benissimo ad Agrigento. Vederlo giocare è quasi commovente: attacco e difesa, avanti e indietro, instancabile, inossidabile, sempre lucido sotto canestro, di grande correttezza. Per lui 17 punti e più di 8 rimbalzi di media.
Amir Bell: 7. Con la partenza di Zugno, lo spot di playmaker viene preso da questo rookie americano proveniente niente meno che da Princeton.
Con caratteristiche tecniche da old fashioned palymaker, Bell ha garantito compattezza e ordine scegliendo sempre il momento giusto per accelerare o rallentare un’azione di gioco. Se avesse avuto al suo fianco Evangelisti e Pepe al massimo della loro forma forse il suo rendimento sarebbe stato superiore, ma ha chiuso la stagione con oltre 10 punti di media, 3.3 rimbalzi e 4 assist.
Lorenzo Ambrosin: 7,5. “The Trigger” ha confermato appieno le aspettative riposte su di lui ed è diventato un elemento cardine della squadra. Continuando il suo percorso di crescita, la guardia di Jesolo ha chiuso come terzo miglior realizzatore dei biancazzurri con oltre 10 punti e 3.5 rimbalzi di media. Per lui anche il premio di miglior under 21 del mese di dicembre.
Marco Evangelisti: 5,5. La stagione più difficile di sempre per il capitano biancazzurro. L’infortunio muscolare e una serie di prestazioni non all’altezza, ne hanno condizionato il rendimento per gran parte della regular season, privando la squadra oltre che del suo carisma, soprattutto della sua potenza offensiva.
Tommaso Guariglia: 6. Sufficienza per “Long Tom” il cui rendimento complessivo è stato in parte condizionato dall’infortunio alla caviglia.
Chiude con la stessa media punti della passata stagione (5.7), seppur con un minutaggio leggermente superiore e un picco prestazionale raggiunto tra la fine di febbraio e il mese di marzo con quattro gare consecutive chiuse in doppia cifra.
Edoardo Fontana: 5,5. Qualche segnale in alcune partite l’ha dato, ma nel complesso, il suo contributo è stato debole. Esordiva in questa categoria, ma onestamente ci si aspettava qualcosa in più.
Giacomo Zilli: 7. “Chissà dove saremmo arrivati con Zilli…” è l’interrogativo che si pongono in tanti. Il “crack” ha fatto male a lui e a tutti i tifosi, consapevoli che con il centro friulano in campo sarebbe stata tutta un’altra storia. L’auspicio è che, ripresosi dall’infortunio, resti ancora un’altra stagione ad Agrigento per continuare a crescere.
Dimitri Sousa: 6,5. Alterna prove sontuose – 20 punti contro la Virtus Roma e 21 nel derby di andata contro Trapani – ad altre impalpabili, ma considerando che esordiva in questa categoria, il giudizio è positivo e ci sono ampi margini di crescita.
Francesco Quaglia: n.g. Arrivato nel mese di marzo e, per di più, con un piccolo infortunio da smaltire, il centro toscano ha inciso poco e non è riuscito ad invertire il trend negativo che aveva avviluppato la squadra. Per lui qualche buona prestazione e poco altro.
Giuseppe Cuffaro, Paolo Trupia, Paolo Nicoloso: n.g. Qualche scampolo di partita per i tre giovani aggregati alla prima squadra che continuano il loro percorso di crescita.