Dopo l’ingresso in giunta di due assessori provenienti dall’area del centro moderato, che in passato si rifaceva alle posizioni di Angelino Alfano, il sindaco di Agrigento risponde all’invito del segretario del PD Nicola Zingaretti e si reca al Nazareno, assieme ad altri primi cittadini, in un momento non certo facile per il partito dopo la scissione dei renziani.
Dopo una serie di annunci di candidature e di ipotesi di candidature, Lillo Firetto, che si è già proposto per il secondo mandato, non vuole subire l’altrui iniziativa e passa al contrattacco.
Il primo obiettivo è quello di dare maggiore stabilità alla sua maggioranza e quindi riuscire a gestire con maggiore sicurezza i rapporti con il consiglio comunale.
Il secondo obiettivo è quello di cominciare a delineare il perimetro politico dentro al quale costruire le alleanze a sostegno della candidatura del sindaco uscente.
Firetto sa bene, dall’alto della sua esperienza e dalla indubbia capacità di raccogliere consensi, che con l’elezione diretta del sindaco i cartelli formati dai partiti servono fino ad un certo punto, tuttavia il segnale che si può cogliere da queste ultime mosse è quello di volere dare vita ad uno schieramento di centro sinistra aperto ai contributi della società civile.
Probabilmente, dal punto di vista tattico il disegno del sindaco punta ad occupare delle caselle strategiche anche al fine di impedire un numero esagerato di candidature e quindi di intercettare un eccessivo frazionamento delle proposte che finisce per impedire la vittoria a primo turno, con tutti i rischi che comporta il ballottaggio.
Intanto ci sono ancora pochi mesi, prima del voto, per consolidare il rapporto di fiducia con i cittadini.