Non esce di scena Calogero Firetto che adesso, secondo la nuova legge elettorale, assumerà il ruolo di capo dell’opposizione in aula Sollano. E le premesse per un’opposizione vera ci sono tutte.
“Sarò, in Consiglio, nelle strade e nei quartieri, controllore severo. Per il bene di tutti gli agrigentini, per il bene della città. Faremo un’opposizione costruttiva e cercherò la massima collaborazione con le forze progressiste regionali e nazionali per rimettere al centro delle iniziative politiche Agrigento”. Così commenta Firetto ed aggiunge:
Dimostreremo quanto si può fare da persone libere, senza condizionamenti politici e nemmeno economici, attraverso il dialogo, la collaborazione e la fiducia, parole che non abbiamo semplicemente usato in campagna elettorale ma che per noi sono valori fondamentali, efficaci, reali.
Agrigento ha dimostrato di saper competere con altre città d’Italia ed europee. Non deve e non può tornare indietro alle politiche del passato che hanno dimostrato di essere superate dai tempi.
Auguro comunque buon lavoro a Franco Micciché, affinché faccia del suo meglio, perché il bene della città è superiore a tutto, anche alle divisioni politiche”.
Firetto quindi non rinuncia al seggio in consiglio comunale e nonostante la sconfitta non smorza i toni.
“È stata una campagna lunga e particolare, difficile sia per il distanziamento sociale sia per le condizioni di partenza. In Sicilia, il centrodestra ha oltre il 60% dei consensi e anche ad Agrigento, dopo il primo turno, tutti i mestieranti della politica sono confluiti sul nostro avversario”. Ma Firetto paga soprattutto il fatto di aver perso contatto con la gente. Cinque anni addietro quando fu eletto sindaco costruì un muro che lo divise dalla città. Questo strappo non fu più colmato. “Abbiamo – dice – dato tanto in questi cinque anni di amministrazione, abbiamo raggiunto più di ottomila preferenze e messo in crisi un sistema che ha tenuto prigioniera per anni la città. Siamo stati qui, a combattere fino all’ultimo, per provare a ridare una nuova speranza ad Agrigento. Abbiamo scalfito quella vecchia idea di politica clientelare che ha fatto solo male alla nostra amata Agrigento. Siamo riusciti a creare una coalizione civica, popolare e riformista, dalle idee chiare, dai toni eleganti ma decisi, con quella autorevolezza che serve nei momenti più critici della storia della città. Dispiace per l’occasione persa, perché abbiamo giocato solo il primo tempo di una partita fondamentale per la nostra città. Un primo tempo dove abbiamo gettato le basi per far splendere Agrigento.
Miccichè salirà a palazzo San Domenico. Gli auguro di smentire ciò che pare ovvio, cioè la spartizione di potere tra potentati politici e la parcellizzazione del Consiglio Comunale”.