
Al Cine Mezzano di Porto Empedocle continua dal 27 dicembre scorso la proiezione di un film-documentario di Toni Trupia, con Carmelo Sardo ed il mafioso ergastolano Giuseppe Grassonelli.
E proprio in questi giorni Papa Francesco, dopo la tragedia di Manaus in Brasile, ha lanciato un appello affinché le condizioni di vita negli istituti penitenziari migliorino, perché “perché gli istituti penitenziari siano luoghi di rieducazione e di reinserimento sociale”.
Un libro davvero problematico così come il film, questo di Malerba che ha fatto e fa discutere.
Grassonelli, nel film ha tanto tempo sulla scena, forse anche troppo… si rivolge agli spettatori spiegando che ha sbagliato, e che dopo venti anni di carcere è cambiato… e, anche se non lo chiede direttamente, anzi, bisogna dire che continuamente ripete che è giusto che egli paghi i suoi crimini,… tuttavia pare chiaro che indirettamente emerge, dopo più di venti anni di carcere, quasi l’obbligo morale di concedergli una nuova opportunità.
Personalmente credo che dopo aver visto il film, la maggioranza degli spettatori, se interpellata, si trovi d’accordo su questa richiesta.
La domanda che si pone è se sia possibile che un ergastolano che si è macchiato di crimini efferati possa meritare tanta attenzione mediatica e tanto dibattito….. quelli che dicono no affermano che il film racconta “la verità di Grassonelli” che non è neppure collaboratore di giustizia e poi, – dettaglio sicuramente non secondario – che che le sue vittime non possono contestare le sue affermazioni.
Quest’ultima obiezione ci sembra chiaramente più importante della prima ! Comunque non decisiva per dire no! perché a riflettere bene sul tema di fondo della possibilità per tutti del cambiamento, là dove c’è in petto un “cuore di carne”, la conversione è possibile. Possibile anche per gli assassini più efferati come lo“stiddaro” Giuseppe Grassonelli.
Certamente i messaggi e gli stimoli di riflessione del film Malerba, sono proprio tanti e tutti impegnativi.
Il più importante è che un uomo che in carcere ha incontrato la cultura e contestualmente la possibilità di riflettere seriamente sul suo operato, ha provvidenzialmente ritrovato, grazie anche al suo forte carattere e sicuramente con qualche aiuto che proviene dall’alto, la capacità di riscattarsi moralmente e trovare la vera luce, anche vivendo nel buio della sua cella.
Il grande Agostino di Tagaste scrive : “ E’ possibile che il pessimo diventi ottimo e l’ottimo diventi pessimo”. Un monito che invita tutti a stare in guardia e che nell’auspicabile prima parte ci dice che in questa fiducia di recupero sta la grande forza della sfida educativa cristiana, ma non solo.
Diego Acquisto