Luglio 1831, a 16 miglia da Sciacca, una colonna di fumo sembra uscire dal mare: come per magia, di lì a pochi giorni, emerse un lembo di terra, figlia di lapilli e ceneri eruttati dal vulcano Empedocle, che ancora sonnecchia nei fondali. Ma le potenze straniere mirano a quei quattro chilometri quadrati strategici per le rotte nel Mediterraneo; prima gli Inglesi, poi i Francesi, poi re Ferdinando II di Borbone, tutti rivendicano il possesso dell’isola che il sovrano chiama Ferdinandea. Si è prossimi alla guerra ma Ferdinandea sembra avere un’anima, non ci sta a diventare merce di scambio e si inabissa, beffando i contendenti, ma restando per sempre simbolo di libertà e di pace – quanto mai attuale oggi -, ma anche di natura possente che non si piega all’uomo; oltre a far nascere quel patrimonio immenso che sono i coralli di Sciacca riemersi dagli abissi con l’eruzione. Ma è da qui che nasce FerdinanDea, il nuovo progetto delle Vie dei Tesori che quest’anno organizza a Sciacca una preziosa edizione primaverile del suo Festival: tre weekend alla scoperta della città tra visite ai luoghi, narrazioni, tour, pesca notturna, mostre, visite ai laboratori del corallo. E un videomapping in notturna nell’atrio del Museo del mare, firmato da Odd Agency, reduce dal successo di Anima Mundi all’Orto Botanico di Palermo, visitabile ogni giorno dall’1 al 10 aprile (non solo nel weekend), dalle 19.30 a mezzanotte. Tutto declinato sul mito dell’isola “che (non) c’è”, o “isola pensante” come invece la dipinge da trent’anni Franco Accursio Gulino che esporrà, nello Spasimo ritrovato, una mostra che è una summa del suo lavoro e che tesserà con i suoi dipinti un filo rosso tra i luoghi aperti alle visite. Un museo diffuso legato tutto da FerdinanDea, dove in ogni luogo si potrà scoprire un’opera. A SCIACCA dunque ritornano Le Vie dei Tesori – da sabato 26 marzo a domenica 10 aprile, con il supporto del Comune – con questa edizione inedita che precede di poco la Pasqua, tre weekend in cui si potranno visitare alcuni luoghi simbolo della cittadina, prima fra tutti la chiesa dello Spasimo (nella foto) che, chiusa da anni, aveva riaperto le porte durante l’edizione autunnale del festival, divenendo subito un sito importante di ripartenza e recupero del territorio. Poi torri campanarie, collezioni private, case d’artista, giardini segreti, chiese dimenticate; il videomapping farà rivivere la forza della natura sul prospetto del Museo del mare appena intitolato a Vincenzo e Sebastiano Tusa. Poi le esperienze e le passeggiate, tantissime: su un aereo biposto si volerà sulla città, i sub più esperti potranno immergersi sul vulcano sommerso. Si potrà sfrecciare nei vicoli stretti su una coloratissima apecar, visitare le botteghe degli orafi e assistere al lavoro dei ceramisti, partecipare alla pesca in notturna o andare a lezione di uncinetto. E tanto altro.
“Un’edizione che ancora una volta mette in mostra la bellezza della nostra città, puntando a fare della Ferdinandea, un altro punto di forza della nostra comunità – intervengono il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti e il vicesindaco e assessore comunale alla Cultura Gisella Mondino – e un luogo unico per i visitatori che a breve avranno un motivo in più per trascorrere brevi o lunghi periodi a Sciacca. La Fondazione, su richiesta dell’amministrazione, donerà al termine del festival un progetto di massima per la realizzazione di un museo multimediale sulla Ferdinandea all’interno del Museo del Mare. Vogliamo infatti dotare Sciacca, tramite il PNRR, di una nuova e moderna esperienza museale che, coniugando tecnologia e narrazione, consentirà ai visitatori di immergersi nell’azzurro mare che abbraccia la Ferdinandea”.
La formula resta sempre quella del festival: basta programmare le proprie visite, sempre in modalità 4.0, acquistare i coupon on line e recarsi sul posto dove si verrà guidati alla scoperta dei luoghi. È consigliata la prenotazione. Sul sito www.leviedeitesori.com a breve tutte le informazioni, e per gli approfondimenti c’è il magazine, sempre sul portale web.
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